Esattamente come nei film horror, quando le nozze tra Ita Airways e Lufthansa sembrano indirizzate al migliore degli epiloghi finisce sempre per succedere qualcosa. Stavolta a rischiare di far saltare il banco è un litigio sul prezzo tra il Mef e la compagnia aerea tedesca, con quest'ultima che vorrebbe sborsare una cifra inferiore rispetto agli 829 milioni (in più tranche) complessivi pattuiti nell'accordo che ormai risale al 2023. La discussione, non a caso, arriva proprio in prossimità della firma del pacchetto di rimedi da presentare all'Antitrust Ue, l'ultima curva prima del via libera definitivo all'operazione. Sia Ita che Lufthansa, infatti, nei giorni scorsi hanno preso contatti con Easyjet, Air France e Iag alle quali dovrebbero finire in eredità gli slot che la Commissione ha chiesto di cedere sugli aeroporti di Linate e Fiumicino.
Parallelamente erano in corso le interlocuzioni per definire il prezzo finale, durante le quali il Mef non avrebbe digerito una revisione al ribasso (si parla di una decina di milioni) sulla seconda tranche di pagamento (dopo la prima da 325 milioni per il 41% di Ita). Il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti, definito da fonti vicine al dossier «molto irritato», non ha firmato il documento da inviare all'Antitrust. Non sarebbe una questione di cifre, ma di principio. Il prezzo pattuito, infatti, era stato fissato in considerazione di una Ita che muoveva i primi passi e che quindi era già di per sé vantaggioso, visto che nel frattempo la compagnia è cresciuta. Il tutto senza considerare che l'anno prossimo a Roma si terrà il Giubileo, un volano importante per gli affari.
Il Tesoro respinge una revisione di prezzo al ribasso, in ragione di una presunta perdita di valore di Ita, sulla scorta di dati di mercato negativi per tutti (Lufthansa compresa) e inerenti all'ultima parte dell'anno, che per le compagnie aeree è strutturalmente negativa. Nei mesi seguiti al closing, del resto, per ogni passo il presidente Antonino Turicchi si sarebbe consultato con il gruppo guidato da Carsten Spohr, che a questo punto non può chiamarsi fuori dai risultati. Anche per queste ragioni il Mef ritiene l'atteggiamento di Lufthansa «inaccettabile» e fa trapelare di non voler svendere Ita. Sulla sponda tedesca ci si rifugia in un comunicato standard: «Lufthansa si attiene all'accordo del 2023 con il Ministero dell'Economia e delle Finanze italiano per acquisire una quota del 41% in Ita Airways. La società ha firmato il pacchetto di misure correttive necessarie entro la scadenza concordata». Il 4 novembre, infatti, doveva arrivare la firma del pacchetto con gli impegni presi da Ita e Lufthansa per il via libera da parte della Commissione europea. La vera scadenza, però, è fissata per lunedì prossimo, 11 novembre.
C'è spazio, quindi, per ricucire lo strappo e arrivare a una soluzione, fermo restando che il Mef non intende cedere. Dalle parti della Ue, invece, non commentano e si limitano a dire: «Siamo in contatto sia con Lufthansa che con il ministero dell'Economia italiano per Ita».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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