Mps, strada spianata verso Mediobanca

Il governo non esercita il golden power. Freni: "L’obiettivo è un terzo polo bancario"

Mps, strada spianata verso Mediobanca
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Nuovo importante punto a favore per l'operazione Mps-Mediobanca. Nel percorso di avvicinamento all'assemblea dei soci di giovedì, la banca senese incassa il via libera di Palazzo Chigi con nessuna prescrizione in merito alla normativa Golden Power. Buone notizie anche per Unicredit, con il gruppo guidato da Andrea Orcel che ha ottenuto l'approvazione dell'Antitrust tedesco circa l'acquisizione da parte di Unicredit di una partecipazione fino al 29,9% in Commerzank. L'istituto italiano aveva già avuto l'ok della Banca centrale europea e ora in futuro potrà trasformare il suo 18,5% in derivati e salire fino al 28% potenziale ed eventualmente arrivare fino alla soglia massima. L'ostacolo vero, però, sarà convincere il nuovo governo tedesco che anche ieri, tramite un portavoce, ha detto: «Abbiamo preso atto di quanto dichiarato dall'Antitrust. La posizione del governo però non è cambiata». Vale a dire: rimaniamo contrari all'operazione. Il portavoce ha infatti ribadito che il governo «sostiene l'indipendenza di Commerzbank» e trova «inadeguate acquisizioni non concordate e ostili». Anche se, chi è attento alle sfumature di significato, noterà che si lascia aperta la porta a un possibile accordo futuro. Un'intesa che Piazza Gae Aulenti dovrà trovare anche con Credit Agricole sulla strada dell'Ops di Banco Bpm, visto che l'istituto francese (emerge dalle partecipazioni rilevanti di Consob) è salito fino al 19,8% di Piazza Meda.

Tornando però al tentativo di scalata tutto italiano di Mps sul vecchio santuario della finanza, in ambienti favorevoli all'Ops si registra un certo ottimismo sull'approvazione dell'aumento di capitale al servizio dell'offerta. Diversi importanti investitori istituzionali, da Algebris a Norges Bank e Pimco, stanno portando fieno in cascina alla banca guidata da Luigi Lovaglio, che a questo punto è molto ben posizionata per raggiungere la soglia dei due terzi dei presenti in assemblea per proseguire sul binario che porta a Mediobanca. Una partita che avrà un importante rilievo anche sul fronte delle Generali, dove la quota del 13,1% posseduta da Mediobanca è decisiva per il suo controllo.

Nel frattempo, mentre Piazzetta Cuccia avvisa unilateralmente i correntisti di Mediobanca Premier di potenziali rincari sul canone a causa dell'inflazione, ha fatto molto rumore la dichiarazione di un big della finanza come Fabrizio Palenzona, presidente di Prelios oltre che ex vicepresidente di Unicredit e consigliere di Mediobanca, che ha invitato l'ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, a fare un «sacrificio» alla Vincenzo Maranghi, suo predecessore, che «si fece da parte» quando «vide in pericolo le Generali a condizione di salvaguardare il Leone». Difficile che l'invito venga accolto, ma è ormai chiaro al mercato (il quale non si muove mai per caso) che un cambiamento a quelle latitudini è nell'aria. Il riprendere quota dell'operazione Mps-Mediobanca sta portando appeal ai due titoli, che ieri sono saliti praticamente a braccetto (+4,8% il primo e +4,7% il secondo).

Intanto, alle porte dell'assemblea, il numero uno di Rocca Salimbeni tira la volata: «Il progetto è non convenzionale», ha detto ieri a Siena Lovaglio, «ma perché devo fare una cosa insolita? Perché siamo Mps, vogliamo fare una cosa che ci fa sognare, diventare grandi». E un sottosegretario di peso al Mef come Federico Freni è tornato a esprimersi sul risiko bancario (del resto, il Tesoro è ancora azionista del Monte con l'11,7% e voterà a favore dell'Ops dell'istituto senese).

«Noi siamo, come ho detto mille volte, felici spettatori di un sistema bancario in movimento» ha sottolineato Freni, a margine di un evento. «Poi è ovvio che anch'io ambisco, da italiano, a un terzo polo bancario». Frase, quest'ultima, che vale tutta un pensiero.

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