Mutui, i tassi tornano a salire

Bankitalia: a febbraio il Taeg sale al 3,58%. Rallenta la quota di prestiti a tasso variabile, in calo anche il credito alle imprese. Ancora alto il costo del credito al consumo, stabile allo 0,7% la crescita dei finanziamenti alle famiglie

Mutui, i tassi tornano a salire
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Torna a salire il costo dei mutui per l’acquisto di abitazioni. A febbraio, secondo quanto rileva la Banca d’Italia nella consueta pubblicazione “Banche e moneta: serie nazionali”, il Taeg (Tasso annuo effettivo globale) sui prestiti erogati alle famiglie si è attestato al 3,58%, in lieve crescita rispetto al 3,50% registrato a gennaio. Una dinamica che riflette la persistente incertezza dei mercati e la cautela delle banche nel concedere finanziamenti a condizioni più vantaggiose.

Sempre in calo la quota di mutui a tasso variabile o con tasso determinato per un periodo iniziale fino a un anno, che passa dal 11,4% al 7,6%, segnale di una maggiore propensione delle famiglie a cautelarsi contro nuove possibili risalite dei tassi.

Resta su livelli elevati anche il costo del credito al consumo: il Taeg medio delle nuove erogazioni si è attestato al 10,45%, di poco inferiore al 10,50% di gennaio, ma comunque indice di una pressione costante sul potere d'acquisto delle famiglie.

Sul fronte delle imprese, i tassi sui nuovi prestiti si sono leggermente ridotti, scendendo al 3,99% dal 4,13% del mese precedente. Più nel dettaglio, i finanziamenti fino a un milione di euro sono stati concessi al 4,60%, mentre quelli di importo superiore hanno visto un tasso medio del 3,65%.

Riguardo ai depositi, i tassi passivi – cioè quelli riconosciuti dalle banche ai risparmiatori – si sono assestati allo 0,82%, in lieve calo rispetto allo 0,85% del mese precedente.

In termini di volumi, i prestiti bancari al settore privato sono rimasti sostanzialmente stabili su base annua (-0,3% a gennaio), con un modesto

aumento dello 0,7% per i finanziamenti alle famiglie e un calo del 2,1% per quelli alle imprese. Crescono invece i depositi del settore privato (+1,4%) e continua la tendenza positiva della raccolta obbligazionaria (+6,3%).

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