La parità di genere per la maggior crescita e competitività: il nuovo studio sul gender pay gap

Esiste ancora un divario salariale tra uomini e donne: un nuovo studio realizzato da Arel in collaborazione con JTI Italia e con il supporto dell’ufficio studi PwC ne ha esplorato motivi e soluzioni

La parità di genere per la maggior crescita e competitività: il nuovo studio sul gender pay gap

“Oltre il divario salariale: la parità di genere per la crescita economica e la competitività delle imprese” è lo studio realizzato da Arel in collaborazione con JTI Italia e con il supporto dell’ufficio studi PwC. È stato presentato mercoledì 4 settembre presso la torre Pwc di City Life, a Milano, in presenza, tra gli altri, di Enrico Letta, oggi presidente dell’Istituto Jacques Delors e Eugenia Maria Roccella, ministro per la Famiglia e per le Pari Opportunità che è intervenuta con un video-messaggio.

JTI Italia è uno degli esempi virtuosi nel panorama nazionale, perché ha posto la gender equality al centro della sua strategia con una serie di iniziative tese al superamento del gender pay gap e al raggiungimento della parità di genere. Viene citata nello studio come modello e tra le iniziative di maggior rilievo si segnalano il congedo parentale paritario per tutti i dipendenti della società, che garantisce il 100% della retribuzione salariale durante l’intero periodo di paternità o maternità. Tutto questo ha portato risultati importanti, superiori alla media nazionale: in JTI Italia le donne rappresentano il 51% degli impiegati, con la percentuale di donne in ruoli dirigenziali pari al 43%, circa il doppio della media italiana nel settore del commercio all’ingrosso. Inoltre, si rileva una riduzione della "segregazione verticale", che caratterizza pesantemente la distribuzione dei ruoli nel commercio all’ ingrosso.

Lo studio ha messo in evidenza che il raggiungimento della parità di genere garantisce una maggior crescita economica e competitività per le aziende. Nella disamina ampia effettuata per provare tale tesi, viene effettuata un'analisi a livello globale e locale e nel nostro Paese è emerso che dopo cinque anni dalla laurea, il divario salariale medio mensile a sfavore delle donne nelle discipline STEM è di oltre 200€ mensili e man mano che si procede nella carriera aumenta, arrivando a una disparità salariale del 14.5% nella fascia tra i 45 e i 54 anni. Viene evidenziato che il maggior impegno di "cura familiare" in capo alla donna è uno dei fattori determinanti. Questo porta a un altro tema importante, che è quello dell'abbandono del lavoro, che per le donne è stato di 20 punti percentuali superiore rispetto agli uomini. Per questo alle aziende si consiglia di attuare politiche di maggior sostegno all'inclusione, anche perché, come dimostrato, quelle che già l'hanno fatto hanno registrato miglioramenti negli ambiti di produttività e innovazione. Ma come si sottolinea nelle conclusioni, è il cambiamento culturale il motore del vero cambiamento.

"Siamo davvero arrivati alla svolta. È il momento in cui o riusciamo a fare un salto in avanti per recuperare anni di arretratezza o abbiamo mancato un’occasione", ha detto il ministro Roccella, sottolineando che questo il momento storico delle leadership femminili: "Abbiamo una leadership femminile, che ha a cuore i temi che riguardano le donne, ma anche la leader di opposizione è donna. Spero ci sia un’alleanza trasversale per spingere la presenza nel mondo dell’occupazione, e la qualità dell’occupazione, soprattutto per i ruoli apicali". Nel suo intervento, il ministro ha ricordato che sono stati già raggiunti traguardi importanti, nonostante ci sia ancora molto lavoro da fare. Tuttavia, l'Italia ha ora un "livello record occupazione femminile, che ha raggiunto il 53%, ossia 10milioni di donne occupate". Il ministro ha posto l'attenzione in particolare sulle madri-lavoratrici e alle misure assunte per a conciliazione vita-lavoro e al rientro dall’assenza per maternità, perché "è lì che si ha un numero eccessivo di dimissioni ed è un elemento di inciviltà". Roccella, quindi, ci ha tenuto a ribadire che "la parità di genere è fondamentale per la crescita del Paese ed è un fatto assodato, anche se in Italia non era stato ancora elaborato. Ora c’è la consapevolezza e questo è il momento per dare una svolta, una spinta alla presenza delle donne al mondo del lavoro".

Enrico Letta, invece, ha voluto porre l'accento sulla velocità con la quale il mondo sta cambiando, con conseguente impatto significativo: "C’è bisogno di interventi che tengano conto di questo. Non basta una logica di parità conservativa ma serve una parità incrementale, costruire percorsi per costruire obiettivi". Il General Manager di JTI Italia, Didier Ellena, ha spiegato che "in JTI Italia affrontiamo seriamente la questione della disparità di genere, consapevoli che i cambiamenti significativi richiedono impegno e azioni concrete". Quindi, ha rivendicato che nell'azienda da anni si lavora per la gender equality, e ora "siamo orgogliosi di aver raggiunto una piena parità retributiva tra uomini e donne e di avere una rappresentanza femminile significativa nei nostri ruoli dirigenziali. Questo non è un punto di arrivo, ma uno stimolo per continuare a promuovere l'equità in ogni aspetto della nostra azienda, con la convinzione che le imprese possano e debbano essere protagoniste di un cambiamento positivo nella società".

La responsabile Comunicazione di PwC Italia, Chiara Carotenuto, ha spiegato: "In PwC abbiamo un approccio data-driven per monitorare l'equilibrio di genere a tutti i livelli e individuare tempestivamente le aree di intervento, sia nei confronti del mercato sia del contesto in cui operiamo". E ha aggiunto: "Supportiamo le aziende nel condurre maturity assessment su Inclusion & Diversity e nel percorso per ottenere la Equal Salary Certification, oltre a sostenere importanti realtà che promuovono l'equilibrio di genere e la leadership femminile. L'implementazione di azioni di inclusione e welfare aziendale, in particolare quelle a sostegno della genitorialità e delle attività di caregiver, è fondamentale per promuovere l'equilibrio di genere". La Professoressa di Commercio Internazionale dell’Università Sciences Po di Parigi Alessia Mosca, fautrice della legge sulle "quote rosa", nel suo intervento ha spiegato che "il rischio di arretrare è sempre presente per un Paese come il nostro" e che "la legge che insieme Lella Golfo abbiamo promosso ha portato a una rivoluzione ma è un esempio del fatto che se non si ha uno sguardo olistico si rischia che non basti e talvolta sia messo sotto accusa. Nessuna misura singolarmente è sostenibile".

Tra gli interventi c'è stato anche quello di Elena Bonetti, onorevole ed ex ministro della Famiglia, secondo la quale "l’Italia ha costruito per anni un modello familiare in cui la madre deve stare a casa e la lavoratrice non deve avere

figli. E questo ci ha portato ultimi in Europa. Ecco perché la Francia ha affrontato la sfida demografica promuovendo il lavoro femminile. La politica cerca di dare risposte ma serve un approccio multidimensionale".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica