Scontro tra Cgil e Cisl sul pdl per la partecipazione dei lavoratori

Landini attacca Sbarra: “Distrugge il contratto nazionale”. Ma in gioco c’è il ruolo politico di un sindacato “rosso” che ha rinunciato al dialogo in nome del conflitto e del movimentismo

Scontro tra Cgil e Cisl sul pdl per la partecipazione dei lavoratori

Lo scontro tra i principali sindacati italiani, Cgil e Cisl, raggiunge nuovi livelli di intensità. Al centro del dibattito, il progetto di legge di iniziativa popolare sostenuto dalla Cisl sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, in commissione alla Camera. Un’iniziativa che promette di attuare finalmente il principio sancito dall’articolo 46 della Costituzione, ma che per la Cgil rappresenta un grave rischio per l’autonomia contrattuale dei lavoratori.

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha attaccato duramente il progetto, definendolo una minaccia alla contrattazione collettiva. "È una proposta che distrugge quanto già concordato sui diritti di informazione e consultazione nei contratti nazionali e aziendali. Senza una legge sulla rappresentanza, questo intervento rischia di svuotare il ruolo delle Rsu e depotenziare la contrattazione", ha dichiarato. Landini critica, inoltre, la visione della partecipazione limitata a una generica presenza nei consigli di amministrazione e la mancata correlazione tra salario e prestazione lavorativa.

Dall’altra parte, Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl (prossimo all’uscita per aver raggiunto il limite statutario dei 65 anni; ndr) , difende con fermezza la proposta e accusa la Cgil di demagogia e immobilismo. "È grottesco che la lezione sul valore della contrattazione venga da chi vuole affidare alla politica la regolazione della rappresentanza e dei salari. La legge di iniziativa popolare promossa dalla Cisl, sostenuta da 400mila cittadini, punta a unire il Paese su un nuovo modello di sviluppo basato sulla corresponsabilità e sulla democrazia economica", ha affermato Sbarra in una nota.

Un confronto su due visioni del sindacato

La Cisl punta a innovare le relazioni industriali con un approccio partecipativo che valorizzi il ruolo dei lavoratori nelle decisioni strategiche delle imprese. Sbarra sottolinea che il progetto rappresenta un’opportunità storica per dare concretezza al principio costituzionale della partecipazione. L’approvazione bipartisan del testo, accompagnata da incentivi economici già previsti in legge di Bilancio (72 milioni di euro), potrebbe segnare una svolta per il sistema produttivo italiano.

La Cgil, invece, vede nel progetto un arretramento rispetto alle conquiste ottenute in decenni di contrattazione collettiva. Per Landini, la vera priorità dovrebbe essere una legge sulla rappresentanza e l’introduzione del salario minimo orario, in linea con la direttiva europea. L’attacco al progetto della Cisl si inserisce in una strategia più ampia che mira a preservare il controllo del sindacato sui meccanismi di tutela e negoziazione, evitando derive che potrebbero spostare l’equilibrio verso le imprese.

La posta in gioco

Il contrasto tra Cgil e Cisl non si limita a divergenze tecniche sul progetto di legge. Riflette due visioni profondamente diverse del ruolo del sindacato nel XXI secolo. La Cgil, con una postura più movimentista e politicamente antagonista, sembra intenzionata a mantenere un approccio conflittuale verso le istituzioni e le imprese. Una scelta che se, da un lato, consente a Landini & C. di condizionare politicamente tutto il centrosinistra: dal referendum per l’abolizione del Jobs Act all’appoggio a Schlein e Conte sul no all’autonomia differenziata. La Cisl, invece, si presenta come un attore responsabile e propositivo, aperto al dialogo (indipendentemente dal colore politico dei governi) e al compromesso per costruire soluzioni condivise.

La spaccatura rischia di avere ricadute significative sul tessuto sociale e produttivo del Paese, in un momento in cui servirebbero coesione e senso di responsabilità. "Non con il conflitto ideologico, ma con il coraggio della partecipazione possiamo elevare il trattamento economico e sociale dei lavoratori", ha dichiarato Sbarra, annunciando un’assemblea nazionale di quadri e delegati il prossimo 11 febbraio a Roma.

Uno scontro destinato a durare?

Mentre il progetto della Cisl si avvicina al voto parlamentare, il clima tra i due sindacati resta teso. Landini ha rilanciato la necessità di unità, ma solo a patto che si parta da una base di confronto diversa. Sbarra, dal canto suo, si dice pronto al dialogo, ma senza rinunciare ai principi di modernizzazione e partecipazione che ispirano la proposta. Questa contrapposizione è il vero banco di prova per la modernizzazione del sindacato: da una parte c’è la visione “conservatrice” di Landini, ancora basata sul conflitto permanente tra capitale e lavoro, dall’altra Sbarra (e il suo probabile successore Daniela Fumarola) cercano una sintesi che consenta ai lavoratori di avere voce in capitolo nelle scelte delle aziende e di partecipare economicamente ai successi delle stesse.

Questa spaccatura rappresenta un banco di prova cruciale per il movimento sindacale italiano, chiamato a scegliere tra conservazione e innovazione. La sfida, infatti, è costruire un nuovo modello di relazioni industriali che possa garantire competitività al sistema-Paese.

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