Sea: idrogeno per i voli del futuro a emissioni zero

Il tema approfondito in un convegno organizzato dalla società di gestione degli scali di Malpensa e Linate. L'ad Armando Brunini: "Non esistono alternative, è una maratona e Airbus punta sul 2035 per decollare con questa tecnologia. Nel 2024 pronto a Milano un impianto di produzione per i mezzi a terra". Il ministro Pichetto Fratin: "Scelta principale per la sostenibilità"

Sea: idrogeno per i voli del futuro a emissioni zero

“Il futuro del trasporto aereo si chiama idrogeno, è una sfida di lungo periodo e percepisco scetticismo sul nostro impegno, ma non esistono alternative. Tutte le analisi dicono che per la componente di emissioni per gli aerei in volo il Saf, il carburante sostenibile per l'aviazione da solo non sarà sufficiente e occorre per forza fare un salto tecnologico: aerei elettrici per le soluzioni più piccole, a idrogeno per quelli di maggior dimensioni". Armando Brunini, amministratore delegato di Sea Aeroporti di Milano guarda già oggi al futuro, al tema della sostenibilità e delle emissioni zero, tema che Sea ha voluto approfondire organizzando a Milano il convegno "Idrogeno verde e aviazione. La sfida di oggi per un domani di voli a emissioni zero”.

Futuro e sfida tecnologica su cui l’industria aeronautica sta già lavorando come del resto stanno facendo la società di gestione degli scali di Milano Malpensa e Milano Linate. “Airbus scommette su questa tecnologia - infatti aggiunto Brunini - ed è giusto premiare il loro coraggio. Ci dicono che i tempi sono lunghissimi, che Airbus punta al 2035. Questa sfida è una maratona e il nostro approccio come infrastruttura con l'idrogeno è di avere obiettivi intermedi: nel 2024 costruiremo il primo piccolo impianto di produzione di idrogeno in un aeroporto. Non servirà subito gli aerei ma i mezzi a terra e sarà una prima pietra miliare per rendere i nostri aeroporti pronti per l'idrogeno".

Armando Brunini Sea

Milano non aspetta dunque, ma anticipa il futuro in uno scenario in movimento, come ha spiegato Carlo Borgomeo, presidente di Assaeroporti: “Il sistema aeroportuale pesa per circa il 5% sul danno ambientale causato dal trasporto aereo. La scelta del sistema è stata quella di impegnarsi al massimo in ambito climatico rispetto alle sue dirette responsabilità. Molti scali hanno anticipato al 2030 la deadline per la decarbonizzazione. Stiamo lavorando su efficientamento energetico, uso di veicoli elettrici sulle piste, operazioni di compensazione, abbiamo lanciato investimenti per 1,1 miliardi di euro per interventi che consentiranno di abbattere 58 mila tonnellate di CO2 all'anno". Inoltre, ha aggiunto: “Stiamo adottando il criterio della sostenibilità ambientale anche come uno dei parametri da adottare nella negoziazione con i vettori per quanto riguarda gli incentivi, ad esempio nei confronti di chi usa aeromobili nuovi, con minor impatto ambientale".

"Nel Piano nazionale degli aeroporti diciamo che c'e' un pregiudizio ideologico nei confronti del trasporto aereo, che è stato criminalizzato a livello mediatico ed è stato descritto come l'emblema dell'inquinamento ma questo non è vero - ha sottolienato Pierluigi Di Palma, presidente di Enac -. L'idea della riconciliazione del trasporto aereo con l'ambiente è vecchia e l'abbiamo declinata nel Piano nazionale, in linea con la necessità imposta dall’innovazione tecnologica. Per quel che riguarda l'idrogeno verde c'e' il tema della propulsione a livello generale che interessa il trasporto aereo con nuovi aeromobili che potrebbero essere utilizzati per tratte a corto e medio raggio".

Scenario condiviso da Lorenzo lagorio, Country manager Italia di easyJet: ”Nel lungo termine l'idrogeno pensiamo sia la soluzione più credibile per l'aviazione commerciale di corto raggio perché non produce Co2 e c’è un obiettivo di riduzione di queste emissioni del 78% al 2050. I governi stanno già implementando strategie nazionali sull'idrogeno e questo ci rende fiduciosi sul fatto che negli anni ci sarà sempre più disponibilità di idrogeno verde anche per soddisfare i nostri fabbisogni. Per l’uso dell'idrogeno come carburante ci sono anche delle criticità che andranno affrontate, come quella dell'immagazzinamento, la sua bassa densità e imporrà di cambiare il modo in cui gli aeromobili e gli aeroporti saranno realizzati".

Cambiamenti all’attenzione del governo, come ha sottolineato Galeazzo Bignami, viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti: “Di aeroporti ce ne sono tanti, non voglio dire troppi, ma ce ne sono tanti. Bisogna rendere più efficienti quelli esistenti sviluppando anche le vocazioni differenti, tipo il cargo rispetto a Malpensa. Serve anche diversificare nelle reti territoriali i siti, per poter offrire diverse soluzioni di trasporto. Tutto va ricondotto al Piano nazionale degli aeroporti, dove confidiamo possano trovare spazio gli aspetti che abbiamo deciso di approfondire rispetto alle indicazioni del precedente governo”.

"Il settore aeroportuale è uno dei protagonisti nella transizione green, in quanto ha una parte rilevante nelle emissioni di anidride carbonica. A livello mondiale la discussione relativa alla neutralità della decarbonizzazione è centrale e l'idrogeno verde potrebbe diventare una delle soluzioni più promettenti secondo gli esperti" ha detto il ministro dell'Ambiente, Gilberto Picchetto Fratin -. Il tema non è solo elettrico perché su diversi fronti "non riesce ad arrivarci", per questo "incominciamo a pensare all' elettrico che parte dall'idrogeno che traccia "una rivoluzione tecnologica e un passaggio importante" perché è direttamente collegato agli "equilibri geopolitici".

Malpensa self bag drop

Armando Brunini ha anche fatto il punto sull’andamento del mercato per Malpensa e Linate: “L'anno si è aperto bene, ci stiamo avvicinando ai dati del 2019 ma sarà difficile anche questa estate perchè continua a essere complicato trovare risorse qualificate in vari settori incluso il nostro, ma ci stiamo preparando per tempo e faremo del nostro meglio perché il servizio sia all’altezza. Molto dipenderà anche da quello che succede in Europa. Se come l'anno scorso gli aerei partono con 4 ore di ritardo dagli aeroporti europei, diventa più complicata la gestione del servizio da noi. Ma noi ci stiamo preparando: apriamo anche il Terminal 2 di Malpensa proprio per dare più capacità al servizio.

Linate, che è un aeroporto prevalentemente domestico-europeo, ha dati piuttosto simili al 2019 mentre Malpensa è ancora un pochino indietro ma in miglioramento continuo perchè c’è buon fermento sui voli intercontinentali che stanno tornando con più ritardo. Anche diverse compagnie stanno tornando a Milano e quindi siamo piuttosto ottimisti per l'estate”.

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