Tim, al via l'operazione Poste-Iliad

I cda convocati nel weekend. Salta l'accordo tra Cvc e Vivendi già al traguardo

Tim, al via l'operazione Poste-Iliad
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Tutto pronto per l'operazione Poste su Tim. Mentre l'amministratore delegato dell'ex monopolista, Pietro Labriola, spiegava al mercato i conti del 2024 e l'aggiornamento del piano industriale, nei corridoi delle sale operative girava l'indiscrezione di un consiglio d'amministrazione di Poste convocato per il week end (probabilmente sabato) per dare il via allo scambio azionario tra la società guidata da Matteo Del Fante e Cassa depositi e prestiti: alla prima, infatti, andrà il 9,8% di Tim, mentre alla seconda andrà il 3,8% di Nexi più una componente in denaro. Probabile che, nello stesso weekend, sarà convocato anche il cda di Cassa depositi e prestiti.

L'alleanza tra Tim e Poste avrà come obiettivo sinergie sul piano commerciale che potranno sostanziarsi sul comparto mobile (Poste Mobile ha il 4% della quota di mercato) e forse anche sul nuovo mercato dell'energia: con il nuovo piano, infatti, Labriola ha annunciato che da quest'anno Tim inizierà a vendere luce e gas, mentre Poste ha già lanciato la sua offerta da quasi un paio d'anni. Ma non è detto che finisca qui. Allo stesso modo, in Iliad c'è fiducia circa la possibilità di rientrare nel discorso a operazione Poste avvenuta. Da capire cosa farà Cvc, che pare essersi irritato con l'arrivo sulla scena di Poste. Secondo indiscrezioni, il fondo londinese avrebbe avuto in pugno un accordo col primo socio Vivendi, che al momento rimane arroccata sul suo Aventino ma ora potrebbe anche decidere di cambiare strategia. «Nei prossimi giorni riprenderemo i contatti con l'azionista francese», ha detto Labriola, precisando che i francesi si sono sempre dimostrati «seri e professionali».

Intanto, il ministro Giancarlo Giorgetti ha voluto mettere un punto nel question time al Senato di ieri: «Con riferimento a Tim, ricordo che al ministero» dell'Economia «i soggetti che chiedono di parlare e presentare i loro progetti sono accolti, ma quello che il ministero fa e farà sempre, in qualsiasi partita, in ogni settore coperto dal golden power, sarà tutelare l'interesse nazionale attraverso gli strumenti consentiti, il golden power appunto». Un messaggio di attenzione chiaro, anche perché intorno a Tim (per la quale il Mef non transige su occupazione e sicurezza) si stanno concentrando appetiti di fondi e operatori esteri. Ieri il titolo ha però conosciuto un andamento volatile e ha alternato forti recuperi a ribassi, per chiudere in rosso del 2,5% a 0,297 euro per azione: è il segno che la speculazione ribassista non è domata.

Labriola ha detto che non ci sono preferenze per Poste o per Iliad, con le quali dice di non aver parlato: «Qualunque tipo di operazione deve essere fatta in una modalità market friendly verso tutti gli azionisti». In poche parole: nessuna Opa ostile. «Sotto il profilo industriale un accordo con iliad ha tante sinergie», ha aggiunto il ceo, «mentre un accordo con Poste potrebbe essere un deal che ha meno sinergie industriali, ma con un approccio commerciale che potrebbe accelerare la nostra strategia di customer platform». Nel frattempo, Labriola ha ventilato la possibilità, quando il cda lo riterrà opportuno, di proporre la riduzione del capitale sociale già nell'assemblea di aprile. Anche per creare le condizione per pagare un dividendo sulle azioni ordinarie.

Sul ritorno alla remunerazione dei soci, il manager ha spiegato che nel 2026 è più probabile che si opti per un buyback. Mentre i pagamenti sulle azioni di risparmio sarà innescato dalla restituzione del miliardo di euro relativo al canone del 1998 e, in ogni caso, dopo la sentenza in Cassazione.

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