"Così fanno i democratici". La ministra spagnola dà ragione a Maduro (e imbarazza la Schlein)

Yolanda Díaz, considerata un vero mito dal Partito Democratico per la sua riforma sul salario minimo, scivola sul riconoscimento dei risultati elettorali in Venezuela. Era la stessa che alla Festa dell'Unità parlava della destra "contro la democrazia"

"Così fanno i democratici". La ministra spagnola dà ragione a Maduro (e imbarazza la Schlein)
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All'interno dell'Unione Europea c'è una sola esponente di governo nazionale ad aver riconosciuto a Nicolás Maduro la vittoria alle discusse elezioni del Venezuela nonostante le tante e certificate accuse di brogli: Yolanda Díaz. L'attuale vicepresidente spagnola del Consiglio nell'esecutivo di sinistra guidato da Pedro Sánchez ha preso pubblicamente posizione sul voto tenuto lo scorso fine settimana nel Paese sudamericano - e contraddistinto da pesantissime polemiche - in occasione di una conferenza stampa convocata ieri sera. La ministra del Lavoro, molto legata a Elly Schlein, ha deciso di rompere l'asse con il suo omologo degli Esteri, Jose Manuel Albares, che invece aveva fortemente messo in dubbio il successo di Maduro. Bisogna riconoscere il risultato elettorale perché "questo è quello che fanno i democratici", ha dichiarato la Díaz.

Quest'ultima, forse per uscire dall'imbarazzo con il quale stava nettamente convolgendo l'intera Spagna, ha poi cercato di ripiegare verso i dubbi evidenziati da Albares (e che sono sorti al riguardo in tutto l'Occidente) chiedendo "trasparenza" sulla falsariga del suo partner di coalizione. Ma ormai la frittata era fatta. Tanto che lo stesso presidente venezuelano ha condiviso sui propri canali social il video dell'intervista della vicepremier appartenente al Movimiento Sumar, con tanto di messaggio di ringraziamento nei confronti dello Stato iberico: "A nome del popolo venezuelano, ringraziamo il governo spagnolo per avere riconosciuto le elezioni presidenziali del 2024 tenutesi ieri nel nostro Paese".

Un bel pasticcio, insomma, che però non ha riguardato solamente Madrid, bensì anche il Partito Democratico. Dieci mesi fa, infatti, Yolanda Díaz era stata invitata e accolta a furor di popolo (di sinistra) alla Festa dell'Unità di Ravenna. A quell'incontro era presente anche la stessa segretaria Schlein che non aveva perso l'occasione per incoronare la militante galiziana come modello politico a cui il Pd doveva ispirarsi. "Yolanda Díaz, come ministra del Lavoro della Spagna, ha messo al centro le battaglie per la dignità del lavoro, come il salario minimo, che ha ridotto disuguaglianze e povertà", disse la leader dem nel settembre 2023 in chiave anti-Meloni.

Le due donne non avevano esitato a farsi immortalare insieme nella "classica" photo opportunity al termine di un lungo intervento dell'esponente di governo, che dispensava consigli su come sconfiggere alle urne il centrodestra, il cui apice era stato raggiunto dalla seguente frase pronunciata alla kermesse romagnola di partito: "Bisogna far capire a tutti che la destra e l'estrema destra, che hanno le stesse politiche, sono contro i sindacati perché sono contro la democrazia". L'espressione comparsa sul volto della Schlein era estremamente raggiante all'epoca.

Chissà se anche oggi, dopo avere ascoltato le recenti dichiarazioni su Maduro, è ancora convinta di potersi ispirare a lei. Ma, soprattutto, se la "democrazia" tanto declamata dalla sua amica può essere rappresentata dal sostegno (seppur indiretto) a un dittatore come l'attuale presidente del Venezuela.

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