Yolanda Díaz completa (per il momento) la collezione delle figurine di leader e amministratori stranieri che il Partito Democratico ha "raccolto" in giro per l'Europa e per il mondo per darsi forza. Il giochino è sempre lo stesso: ospitare o andare a casa di un "grande" esponente internazionale di sinistra per potere sostenere che, se c'è l'ha fatta lui a trionfare elettoralmente nel proprio territorio di competenza, allora anche i dem possono sognare di scalzare la destra dal governo italiano. La ministra spagnola del Lavoro uscente (o rientrante, dipenderà dall'esito delle consultazioni) è stata recentemente accolta con applausi a scena aperta alla festa dell'Unità di Ravenna grazie allo slogan: "Abbiamo battuto la destra grazie al salario minimo".
La Schlein, al fianco della Díaz, era in pieno visibilio: la sua espressione estremamente raggiante non compariva sul suo volto da sei mesi abbondanti, ovvero da quando aveva vinto le primarie del Pd. Eppure, anche lei continua a commettere gli stessi errori di comunicazione in cui già molti altri suoi "illustri" predecessori erano caduti. Da Veltroni a Letta, passando per Bersani e Zingaretti: tutti a magnificare un improbabile "Papa straniero" per autoconvincersi che anche loro non sono da meno in quanto a bravura nel governare un Paese. E, in questo caso, l'aggettivo "straniero", calza proprio alla perfezione.
Peccato che in tutti questi anni alla sinistra siano completamente sfuggiti due particolari. Innanzitutto non è possibile applicare una medesima attività politica e governativa in più Stati: le condizioni tra Paesi e Paesi - anche se confinanti - sono sempre inevitabilmente diverse l'uno dall'altro. E poi, se si dovesse scorrere la lista dei nomi per i quali il Partito Democratico italiano si è giocato la carta dell'endorsement, scopriremo che nessuno di loro ha avuto una buona sorte lunga e duratura.
Zapatero e Hollande se ne sono dovuti andare via a gambe levate dopo i loro pessimi governi rispettivamente in Spagna e Francia, Obama ha avuto talmente tanto successo negli Usa che gli americani hanno scelto Donald Trump come suo successore, Corbyn non ha mai toccato palla in Gran Bretagna, Sanna Marin è durata giusto mandato presidenziale finlandese e proprio nelle scorse ore ha annunciato di lasciare la politica attiva, mentre Ricarda Lang (leader Verdi tedeschi) è scomparsa dai radar. Ora tocca a Yolanda Díaz essere "bruciata".
Se il popolare Alberto Núñez Feijóo ha una sola possibilità di vincere la sfida al governo contro il socialista Pedro Sánchez, dipende tutto dalla pessima influenza che la ministra di sinistra potrebbe avere portato a casa dall'incontro con la Schlein.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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