Elezioni francesi: Rn vola ancora, Macron resta terzo (ma recupera 4 punti)

A pochi giorni dalle elezioni, un nuovo sondaggio fotografa la corsa del partito di Le Pen e Bardella. Macron ancora terzo dopo lo schieramento di estrema sinistra Nfp

Elezioni francesi: Rn vola ancora, Macron resta terzo (ma recupera 4 punti)
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Il clima della brevissima campagna elettorale francese si scalda più che mai in queste ore. Come raccontavamo da queste colonne alcuni giorni fa, Le Pen e sinistra volano nei sondaggi, lasciando le president Macron solo al terzo posto.

Elezioni in Francia: il lepenismo di Bardella che avanza

L'estrema destra francese di Rassemblement National è, infatti, in testa con il 34%, seguita dal Nuovo Fronte Popolare, che raggruppa la sinistra francese, al 29% e poi al terzo posto Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, al 22%. Questo è il panorama che emerge dal sondaggio pubblicato oggi da Le Figaro, che sottolinea comunque come il partito di Macron e del premier Gabriel Attal abbia guadagnato 4 punti rispetto al sondaggio di lunedì scorso. Il rilevamento registra anche un alto interesse per le elezioni legislative del 30 giugno prossimo, con il secondo turno il 7 luglio, convocate da Macron dopo i risultati riportati dalla formazione di Marine Le Pen e Jordan Bardella alle europee del 9 giugno. Infatti il 64% degli elettori afferma che si recherà alle urne, 5 punti in più rispetto all'affluenza registrata alle legislative del 2022.

A destra come a sinistra, si conferma una nuova ondata di populismo contemporaneo, con la sua costante cantilena del popolo frodato, la sua propaganda antielitaria, e ora-nel caso francese-il desiderio di abbattere le nuove elites di cui ormai Macron appare emblema. A questo ora si aggiunge la "minaccia" dell'intervento in Ucraina, con il relativo esborso di uomini e mezzi a cui si oppone non solo la destra isolazionista ma anche la sinistra sinistra degli insoumis di Mélenchon, i socialisti di Glucksmann, ecologisti e comunisti, saliti al 29%.

La battaglia di Edouard Philippe

Accanto al sostegno per i due estremi del diorama politico francese, cresce il risentimento contro Macron. La maggioranza presidenziale "è stata uccisa dallo stesso Macron", ripete l'ex premier oggi leader di Horizons, Edouard Philippe, si prepara al voto del 30 giugno. Bisogna creare "una nuova maggioranza", secondo l'ex alleato della maggioranza che ha subito preso le distanze dal presidente all'indomani della dissoluzione dell'Assemblea. "Preferisco concentrarmi per dire ai francesi che non sono prigionieri di una scelta tra gli estremi. E che c'è un'alternativa che non è la riproduzione dei modelli esistenti", ha affermato. Nell'ultima settimana, l'ex premier ha aumentato i suoi viaggi per sostenere i candidati alla campagna. Quelli di Horizons ma anche di Renaissance, come Laure Miller a Marne o Astrid Panosyan-Bouvet a Parigi.

Da 58 candidati nel 2022, Horizons è cresciuto fino a raggiungere più di 80 candidati, distribuiti su più di cinquanta dipartimenti, una delle condizioni per la concessione dei finanziamenti pubblici. "L'obiettivo non è ricostruire la maggioranza presidenziale com'era prima" ha affermato Philippe. Ma "costruire una nuova maggioranza parlamentare. Non sulle stesse basi di quella vecchia, su una base un pò più ampia, in modo che sia un pò più solida e che si possa andare un pò più avanti". Nel mirino dell'ex premier, la "sinistra mitterrandiana", ma anche e soprattutto Les Rèpublicains, alle prese con una fine indegna che passa per l'esautoramento di Eric Ciotti. Horizons non si è astenuto dal sostenere un Lr, Sylvain Berrios, contro un deputato uscente di Ranaissance, Frèdèric Descrozailles, in Val-de-Marne. Di fatto, Philippe vuole convogliare a se tutti i 'delusì da Macron e sognare, per il momento, di puntare fra qualche anno all'Eliseo.

La sinistra svela i suoi piani

Il Nuovo Fronte Popolare, se vincerà le prossime elezioni legislative, incrementerà di 25 miliardi la spesa pubblica francese già a partire da quest'anno. Lo ha reso noto la coalizione di sinistra in conferenza stampa, provando a smentire le accuse del Medef e di Attal che ha definito il programma politico "una randellata fiscale" per la classe media. Nel dettaglio, la spesa pubblica aggiuntiva, secondo il programma del Fronte, arriverà a quota 150 miliardi entro fine 2027, ma sarà coperta da un aumento della tassazione sulle persone più abbienti.

Tra le misure chiave, ci sarà a partire dal 2024 un'imposta sul patrimonio (Isf) "con una componente climatica", che dovrebbe raccogliere circa 15 miliardi di euro. Invece i 30 miliardi provenienti dalla tassa sugli extra-profitti dovrebbero finanziare un aumento del 10% dell'indennità di alloggio personale, l'abrogazione delle riforme delle pensioni e dell'assicurazione contro la disoccupazione e un aumento del 10% dei salari dei dipendenti pubblici. La sinistra ha anche promesso di "aiutare" le piccole imprese a sostenere il costo dell'aumento del salario minimo dal 14% a 1.

600 euro netti e sta valutando una nuova "grande legge" entro il 2027 sul ritorno al pensionamento a 60 anni. Queste affermazioni non hanno però rassicurato i mercati, preoccupati da una possibile ascesa dei due estremi politici francesi.

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