Mentre in Francia domina ancora l’incertezza su chi prenderà le redini del Paese dopo il secondo turno delle elezioni legislative, la procura di Parigi ha fatto una mossa contro il Rassemblement national. Martedì 2 luglio è stata aperta un’inchiesta giudiziaria per far luce su presunti finanziamenti illeciti della campagna di Marine Le Pen durante le presidenziali del 2022.
La notizia è stata diffusa dall’emittente BftTv. La decisione è stata presa a seguito di un’indagine preliminare e della compilazione nel 2023 di un rapporto della Commission nationale des comptes de campagne et des financements politiques (Cnccfp), l’organo che vigila sul limite di spesa imposto dalla legge ai candidati durante le elezioni. Stando a quanto dichiarato dalla procura di Parigi, il documento avrebbe evidenziato alcune irregolarità, come “prestito da parte di una persona giuridica a un candidato in campagna elettorale, accettazione da parte di un candidato in campagna elettorale di un prestito da parte di una persona giuridica, appropriazione indebita di beni da parte di persone che ricoprono una carica pubblica, frode commessa a danno di un'entità pubblica, falsificazione e uso di falsi”. Non sono stati ancora forniti dettagli sulla natura dei sospetti.
Marine Le Pen aveva investito quasi 11,5 milioni di euro nella campagna per le presidenziali del 2022, la sua terza, al termine della quale Emmanuel Macron era stato rieletto con il 58,55% dei voti. Oltre all’indagine il Rassemblement national ha anche perso uno dei suoi esponenti di livello più alto. Martedì 9 luglio, si è dimesso Gilles Pennelle, direttore generale del partito e principale artefice del “Piano Matignon”, che avrebbe dovuto prevedere a tutta la logistica in caso di elezioni anticipate.
Intanto, si sono aperte le discussioni tra i vari schieramenti dell’Assemblea nazionale per arrivare alla formazione di un nuovo governo. Lunedì 8 luglio, il presidente del partito di centro MoDem François Bayrou ha proposto un’intesa che andrebbe dalla sinistra senza France insoumise alla destra senza Rn. “Non c'è una maggioranza, siamo in una situazione in cui non c'è un vincitore”, ha dichiarato il politico intervenendo su Tf1. “Per costruire una maggioranza, i deputati dovranno allora creare un'intesa che lavorerà insieme per il bene del Paese”.
Anche il ministro dell’Interno Gérald Darmanin ha escluso qualsiasi possibilità di governare o sostenere una coalizione con la formazione guidata da Jean-Luc Mélenchon e ha proposto un’alleanza con i socialisti.
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