La Bundeswehr, sottopotenzianto esercito tedesco in via di “ricostituzione”, pensa di aprire agli stranieri. O almeno non esclude questa ipotesi già annunciata in passato. In vista del suo ampliamento e degli investimenti nella Difesa che dovrebbero consentire alla Germania di rendersi una nuova potenza militare efficiente e compotente, nel cuore della vecchia Europa che sta assistendo al ritorno delle guerre convenzionali su vasta scala.
Mentre sul Fronte orientale Mosca e Kiev continuano a combattere, incessantemente, da due anni, e al conflitto israelo-palestinese si aggiunge l’incognita di un’escalation del Mar Rosso, a Berlino rispolverano l’idea di arruolare stranieri per “rinfoltire” le fila delle forze armate e garantire alla Nato uno sforzo adeguato alle aspettative (e alle pretese) di Washington. Ad avanzare la proposta, è stato il ministro della Difesa Boris Pistorius, del Spd, che ha ricordato: “Non saremmo i primi in Europa a farlo”, portando ad esempio la Francia e la vecchia, ormai leggendaria tradizione, della Legione straniera.
Già nel passato l'esercito tedesco aveva preso in considerazione l'idea di "reclutare specialisti" all'estero per inquadrarli nell'Heer. Al tempo però si parlava più di "ingegneri" e "tecnici" che di soldati. Ora che la guerra è vicina e l'Esercito europeo appare come una lontanta chimera, molti paesi della Nato guardano con preoccupazione alla sicurezza degli stati confinanti, e anche dove si pensa ad aerei da combattimento di ultima generazione, carri armati all'avanguardia, missili da crociera, mancando i semplici soldati.
Una legione straniera nell'Heer
“Dobbiamo pensare in modo più europeo, nella ricerca di giovani motivati a servire nella Bundeswehr” ha dichiarato l’esperta di difesa Marie-Agnes Strack-Zimmermann, deputata del Partito Liberale Democratico tedesco (Fdp). Ricordando come il servizio militare farebbe ottenere agli stranieri la cittadinanza, ma ribadendo allo stesso tempo l’importanza della "piena conoscenza della lingua tedesca": un requisito fondamentale per il reclutamento.
La proposta di una Legione straniara, già dibattuta nel 2016, era stata rispolverata dal'Unione Cristiano-Democratica di Germania (Cdu), che intendeva limitarla ai soli cittadini dell'Unione Europea residenti in Germania. Adesso l'idea sarebbe quella di "includere" anche gli stranieri extra-Unione, imponendo determinate condizioni che non sono state discusse, riportano su Il Mitte.
Il ritorno del ministro della Difesa Boris Pistorius sull'argomento, data l'intesa con altri partiti, lascia ipotizzare che i tempi siano maturi per dare alla Bundeswehr la sua Legione straniera, dal momento che i giovani tedeschi non sembrano interessati a vestire l'uniforme nonostante siano stati messi al corrente delle necessità dello Stato: "In gioco c'è la sicurezza del nostro Paese, e quindi le basi per la convivenza sociale, il progresso e la crescita economica. Come Stato e come società, dobbiamo essere in grado di difenderci ed essere resilienti per poter continuare a vivere in pace , libertà e sicurezza nel futuro", ha spiegato in più di un'occasione il cancelliere Olaf Scholz. Ma appare evidente come per i giovani tedeschi, al pari degli altri europei, sia quasi "inconcepibile" la guerra in Europa; e di conseguenza inutile l'idea di prestare servizio militare per comporre un esercito.
Attualmente la Germania, seconda economia dell’Alleanza Atlantica, viene considerata la diciannovesima potenza militare del mondo. Ben nove posti sotto l'Italia, surclassata da Egitto, Indonesia, Brasile, Iran e Australia. Per Scholz si tratterebbe anche di una questione di "prestigio nazionale", oltre che di eventuale necessità. L'Ucraina è al diciottesimo posto nella classifica stilata da Global Firepower. Intanto sono stati stanziati 100 miliardi di euro per la Difesa tedesca e quell'esercito che nei circoli militari anglosassoni viene descritto come "una banda di aggressivi campeggiatori", come riportava il professor Lucio Caracciolo su un vecchio numero di Limes.
Il piano programmatico tedesco
La Germania non ha mai soddisfatto il requisito di spesa imposta dal trattato della Nato, ossia l’obbligo di spendere almeno il 2% del Pil annuo per la difesa. Un requisito ora reclamato dagli Stati Uniti che, in particolar modo sotto l’amministrazione Trump, avevano posto l’attenzione sul deficit di spesa nel compartimento difesa che molti membri europei della Nato proseguono a mantenere con una certa puntualità. In passato gli Stati Uniti hanno “scagliato frecce” proprio contro la Germania, minacciando di ritirare migliaia di quelle truppe stanziate nelle basi Nato sul territorio tedesco che hanno rappresentato un “deterrente” anti-sovietico ai tempi delle Due Germanie, e continuano a rappresentare una proiezione di potenza che tranquillizza Berlino (e con lei tutta l’Europa) nei confronti di eventuali minacce “orientali”.
Il cancelliere Scholz sembra deciso a mantenere la promessa fatta in passato - tanto più ora che Donald Trump potrebbe tornare nella sala ovale della Casa Bianca - affermando che la Germania si sta muovendo per raggiungere l’obiettivo prefisso entro gli “anni ’30” del nostro XXI secolo.
L’esercito tedesco conta attualmente circa 180.000 effettivi, 20.000 in meno rispetto all’obiettivo ideale di 203.000 unità che era stato menzionato anche dall’ex ministro della Difesa Ursula von der Leyen. Spendere soldi in caccia multiruolo F-35 e missili di difesa antibalistica Arrow III, o per portare avanti programmi per lo sviluppo di nuovi main battle tank non è comunque sufficiente a comporre un esercito che, prima del futuristico "avvento delle macchine" da battaglia, rimane fatto di donne e uomini.
L'idea di una legione straniera tedesca riproposta dal ministro Pistorius potrebbe portare a quella "compensazione" richiesta in breve tempo quindi, ma è
ostacolata dalla legge che consente "solo ai cittadini tedeschi di prestare servizio militare". La Germania sarà pronta a cambiarla in tempi altrettanto brevi, in vista di questa bellicosa necessità?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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