Non sembra avere fine il terremoto post-europee che sta sconvolgendo la Francia di Emmanuel Macron. Avevamo lasciato, ad esempio, il presidente di Les Républicains (Lr) Eric Ciotti appena ventiquattr'ore fa a confermare le voci su un accordo tra il partito e il Rassemblement National, ribadendo la debolezza del proprio schieramento nonché il bisogno di un'alleanza con il Rn. Quello che è accaduto dopo, ha tanto il sapore del Giuramento della Pallacorda agli inizi della Rivoluzione francese.
Ebbene, poche ore fa, Ciotti è stato espulso all'unanimità da Les Republicains: a guidare il partito gollista sono ora i deputati Annie Genevard e Francois-Xavier Bellamy. Ciotti, finito nel mirino per le dichiarazioni di ieri, risponde sornione: "Sono e resto il presidente" del partito. Nel primissimo pomeriggio di Parigi, aveva fatto scalpore la chiusura della sede dei Repubblicani, che aveva alimentato il chiacchiericcio politico. "Sto sentendo molte elucubrazioni sulla chiusura della sede di LR. Ho preso questa decisione in seguito alle minacce ricevute". Lo aveva scritto su X Ciotti, giustificando la scelta in nome della sicurezza del personale. A questo Ciotti aveva aggiunto che non ci sarebbe stata alcuna riunione politica nel pomeriggio, aggiungendo che "non è mai stata programmata alcuna riunione nella sede questo pomeriggio". Ai dipendenti, tutti, era stato poi ordinato di andarsene a mezzogiorno.“È impazzito, io resto”, aveva dichiarato un alto funzionario del partito a Le Parisien.
Dopo avere annunciato la sua intenzione di allearsi con il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella in vista delle prossime elezioni anticipate in Francia, si era generato il caos nella sede di partito nel 7/me arrondissement di Parigi. L'obiettivo apparente, infatti, era sembrato da subito quello di impedire la riunione fra gli altri dirigenti prendendo atto delle sue "dimissioni forzate", a causa dell'opposizione diffusa alla sua scelta di alleanza. Poi lo strano annuncio di una riunione che si sarebbe tenuta in strada. "Lo tireremo fuori dall'ufficio del generale de Gaulle", ha detto un altro esponente repubblicano, Aurelien Pradiè, che l'anno scorso era stato allontanato da Ciotti di cui era il numero due, a causa di divergenze sulla riforma delle pensioni.
Genevard, ora numero due del partito, parlando a Radio Sud si era rammaricata di una decisione "presa in segreto e unilateralmente" dal presidente. "Sarebbe auspicabile che Eric Ciotti si facesse da parte fino alla fine della campagna legislativa", ha indicato la deputata. Ieri Ciotti ha visto i suoi più stretti collaboratori chiudergli la porta in faccia. Tra questi, Benjamin Millo, suo consigliere e direttore della comunicazione. "Non era la mia linea. Non è la mia storia. Se alcuni accettano, io no", ha detto a Le Figaro. L'iniziativa di Ciotti è stata sconfessata anche dal capo dei deputati Lr Olivier Marleix, per il quale il deputato di Nizza "deve lasciare la presidenza" del partito. Il suo omologo al Senato Bruno Retailleau lo ha accusato di aver "mentito" e "tradito" il suo partito per "slealtà" mentre il presidente del Senato Gèrard Larcher ha avvertito che "non sosterrà mai, con nessun pretesto, un accordo con la Rn".
Ma Ciotti non ci sta all'estromissione e ora grida allo scandalo: "La riunione organizzata questo pomeriggio si è svolta in flagrante violazione del nostro statuto dei Repubblicani. Nessuna delle decisioni prese in questa riunione ha conseguenze legali. Potrebbe avere conseguenze penali. Sono e rimango il presidente della nostra formazione politica, eletto dagli iscritti". Ora, ad attendere i leader orfani di Ciotti c'è il presidente Macron: "Ciotti ha fatto un patto con il diavolo". Lo ha detto il presidente francese, parlando in conferenza stampa e riferendosi all'alleanza con l'estrema destra. Macron ha, infatti, dichiarato di essere anche disposto ad accogliere i leader transfughi che hanno contestato Ciotti. Ora, ha spiegato il presidente, molti eletti di Lr "hanno detto noi no", perché "non si trovano in linea con il loro partito, ci sono elementi che dovranno chiarire", ha aggiunto Macron.
L'annuncio del presidente dei repubblicani francesi rappresenta per Macron l"aver girato le spalle in qualche ora all'eredità del generale De Gaulle, di Jacques Chirac e di Nicolas Sarkozy".
Oltre ad accusarlo di avere girato le spalle all'eredità dei tre ex presidenti, Macron ha evidenziato il fatto che Ciotti, che aveva una posizione a favore dell'innalzamento dell'età pensionabile a 65 anni, si è alleato con la forza che ha contrastato la riforma delle pensioni nel 2023.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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