
L'imbarazzante e riprovevole lite alla Casa Bianca tra Trump, il vice Vance e Zelensky è stata una commedia dell'assurdo: le due parti davanti alle Tv in mondovisione hanno alzato la voce, The Donald ha ironizzato sulle «carte» che a suo parere il presidente ucraino non ha e nel diverbio, in barba al galateo, non sono stati risparmiati altri due presidenti americani come Biden e Obama. Messo da parte lo stile felpato della diplomazia è sembrato un diverbio tra folli, di quelli che avvengono tra due automobilisti per strada, anche perché si è parlato di tutto, di terre rare e di pace, ma la questione che per ora separa Washington da Kiev è rimasta sullo sfondo. Una chiave di interpretazione senza la quale di questa vicenda non si capisce granché con il rischio che una pagina di Storia resti una litigio tra comari fatto di dissidi personali, di incompatibilità caratteriali e di interessi di bottega. Tutta roba che c'è ma che sarebbe superabile se ci fosse buona fede da parte di tutti gli attori.
Ora se potessimo guardare negli occhi sia Trump che Zelensky scopriremmo che il problema non sono i territori: Zelensky è tutt'altro che stupido e sa benissimo che quel 22-25% di Ucraina non lo riavrà mai indietro da Putin. Come pure è consapevole che le terre rare dovrà concederle a Trump, non fosse altro
perchè non dispone delle risorse necessarie per sfruttarle in proprio. Tutto questo, al netto di ipocrisie e di prese in giro, è già sul banco e l'Ucraina è pronta a firmare qualsiasi intesa. Quello che manca è l'unico punto che davvero preme a Kiev e a cui Trump finora risponde con le supercazzole di tognazziana memoria: parliamo degli accordi che dovrebbero garantire la sicurezza dell'Ucraina. Su quelli The Donald tergiversa, rinvia, non è chiaro, sorvola. Solo che una nazione ferita, che ha visto morire centinaia di migliaia dei suoi figli, che ha trascorso dieci anni di tragedie è pronta nell'oggi a perdere pezzi di terra patria e di ricchezze del sottosuolo, ma pretende legittimamente di avere come contropartita un minimo di garanzia reale che gli assicuri un domani di libertà, di democrazia e di indipendenza. Insomma, vorrebbe avere in cambio del suo sacrificio quei valori di cui l'Occidente dovrebbe essere portatore e per i quali ha patito l'inferno. Esige cioè un patto solido che in futuro la metta al riparo da un'altra guerra come è avvenuto dopo gli accordi Misk.
Su questo punto, che è il vero punto, alla Casa Bianca c'è buio pesto. Anzi, da quelle parti si dice per non indispettire Putin che gli americani si vogliono disimpegnare, rifiutano ogni responsabilità sul piano militare e che l'approdo di Kiev nella Nato è un sogno da rinviare fino a quando Elon Musk non salirà su Marte. Un
simile atteggiamento non può non indispettire Zelensky visto che al tavolo dell'ipotetica trattativa Putin si prenderebbe un quarto del suo paese e il non ingresso di Kiev nella Nato; Trump le terre rare in Ucraina e in Russia; gli europei resterebbero con il cappello in mano fuori dalla porta e lui non avrebbe neppure uno straccio di polizza d'assicurazione. È comprensibile quindi, per usare un vecchio proverbio, che voglia quelle garanzie prima di far vedere cammello. Quelle garanzie che dovrebbero assicurare anche in futuro quella pace di cui straparlano i pacifisti che piacciono a Putin. Una richiesta che non è campata in aria. Non per nulla anche una premier come Giorgia Meloni, che non ha nessun pregiudizio verso Trump ma anzi gli è amica, ammette il problema e suggerisce una soluzione: non far entrare l'Ucraina nella Nato ma estendere a lei le garanzie dell'art.
5 dell'Alleanza, cioè un intervento dei paesi membri a scopo difensivo qualora fosse aggredita. Ci può essere questa o un'altra tutela ma un fatto è certo: non ci può essere nessun accordo senza una vera garanzia. È proprio il silenzio sordo di Trump su questo punto che sbarra la strada alla pace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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