A poche ore dalla rielezione di Donald Trump, l'Fbi avrebbe sventato un piano per uccidere il presidente eletto, durante l'interrogatorio di Farhad Shakeri, un cittadino afghano quinta colonna di Teheran, espulso dagli Stati Uniti dopo essere stato fermato con l'accusa di rapina.
Chi sono gli arrestati
Oggi sono stati arrestati anche altri due uomini che, secondo le autorità, sarebbero stati reclutati per assassinare pezzi da novanta tra cui un'importante giornalista. “Ci sono pochi attori al mondo che pongono una minaccia così grave alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti come l'Iran”, ha affermato il procuratore generale Merrick B. Garland. L'attentato avrebbe dovuto compiersi prima delle elezioni presidenziali: è stata una denuncia penale, depositata presso il tribunale federale di Manhattan, a far venire a galla il piano di un ufficiale senza nome della Guardia Rivoluzionaria iraniana, che avrebbe dato istruzioni a un contatto, lo scorso settembre, per mettere a punto l'omicidio dell'allora candidato del Gop.
La vendetta per Soleimani
Dalle prime indiscrezioni, oltre al presidente Trump sarebbero finiti nel mirino anche un attivista iraniano-americano e due ebrei americani residenti a New York. Farhad Shakeri, assieme a Carlisle Rivera e Jonathan Loadholt, sono accusati di omicidio su commissione, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Rivera e Loadholt sono stati arrestati, mentre Shakeri, che i Federali hanno descritto come una "risorsa" del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica dell'Iran, si ritiene sia a Teheran. Secondo la denuncia, l'IRGC ha incaricato Shakeri di sorvegliare e uccidere Trump per vendicare la morte di Qassem Soleimani , il leader della Forza d'élite iraniana Quds, avvenuta in un attacco con droni statunitensi a Baghdad nel gennaio 2020.
A settembre, secondo quanto dichiarato all'epoca dalla sua campagna elettorale, alcuni funzionari dell'intelligence statunitense avevano informato Trump di un presunto complotto iraniano per ucciderlo. Si ritiene che il briefing, dell'Office of the Director of National Intelligence (ODNI), si sia concentrato su un piano non correlato a due falliti tentativi di assassinio interno contro l'allora candidato repubblicano alla presidenza, e sia avvenuto in un momento in cui circolavano notizie secondo cui l'Iran stava conducendo un attacco informatico ai danni della campagna di Trump. La campagna all'epoca affermò che il briefing riguardava "minacce reali e specifiche da parte dell'Iran di assassinare [Trump] nel tentativo di destabilizzare e seminare il caos negli Stati Uniti".
Il piano dell'IRGC
Shakeri era emigrato in America ma era stato espulso nel 2008 dopo aver scontato una pena detentiva per rapina, secondo il Dipartimento di Giustizia. Mentre era in prigione, ha incontrato Rivera e Loadholt, ingaggiandoli. Sebbene nei documenti desecretati non venga mai citata, l'attivista corrisponde alla descrizione di Masih Alinejad, una nota giornalista e attivista per i diritti umani che collabora con il VOA Persian Service, che ha criticato il governo iraniano ed è stata presa di mira in molteplici complotti. I procuratori federali avevevano emesso accuse penali non più tardi del mese scorso contro il generale Ruhollah Bazghandi dell'IRGC, in relazione a un presunto complotto per omicidio contro Alinejad.
Shakeri ha riferito all'Fbi che durante un incontro del 7 ottobre con il suo responsabile dell'IRGC gli è stato chiesto di fornire un piano entro sette giorni per uccidere Trump.
Se non fosse stato possibile farlo in quel lasso di tempo, l'IRGC avrebbe sospeso il suo piano per assassinare Trump dopo le elezioni "perché l'Ispettore IRGC-1 ha valutato che [Trump] avrebbe perso le elezioni e, in seguito, sarebbe stato più facile assassinarlo", si legge nella denuncia.
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