Macron e Scholz: i due grandi sconfitti delle elezioni europee

Terremoto politico a Parigi e Berlino dopo le europee. Macron e Scholz ne escono a pezzi, i due leader sono estremamente impopolari e in pieno declino

Macron e Scholz: i due grandi sconfitti delle elezioni europee
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"L’asse franco-tedesco è un grave errore" sosteneva in tempi non sospetti Bettino Craxi. Con la fragorosa sconfitta alle elezioni europee di Olaf Scholz ed Emmanuel Macron quell'asse che sembrava inscalfibile e destinato a essere egemonico in Europa non esiste più, mentre l'Italia di Giorgia Meloni esce ulteriormente rafforzata dalle urne, in vista anche della riunione del g7 che si terrà in Puglia tra pochi giorni, vertice nel quale, come ha rimarcato il Presidente del Consiglio italiano, il nostro Paese si presenterà "con il governo più forte di tutti".

Per Macron e Scholz è una batosta annunciata, ma forse non si pensava - perlomeno nel caso del presidente francese - che la sconfitta sarebbe stata tale da portare l'inquilino dell'Eliseo a sciogliere l'Assemblea nazionale e ad annunciare elezioni anticipate per il prossimo 30 giugno. Anche se non era obbligato a farlo, era difficile per il presidente francese ignorare il dato politico che vede Marine Le Pen e il 28enne Jordan Bardella raccogliere ben il 31,47% dei consensi, più del doppio dei macronisti con la capolista Valerie Hayer (14,56%). Un risultato storico per Le Pen e la destra francese, che certifica il declino politico di Macron, battuto sui temi identitari e dell'immigrazione, nonché delle follie green contro cui i francesi hanno protestato in questi anni.

Il Coup de théâtre di Macron

L'annuncio di Macron rappresenta un salto nel vuoto per la Francia. Il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, afferma di trovare "estremamente inquietante" uno scioglimento “poco prima delle Olimpiadi” mentre secondo un sondaggio Ifop-Fiducial per Le Figaro solo una ristretta maggioranza dei francesi (54%) sostiene la decisione presa dal presidente di sciogliere l'assemblea nazionale alla luce dei risultati delle elezioni europee. Macron tenterà, nelle prossime tre settimane, di chiamare alla raccolta gli elettori in funzione anti-Le Pen e di ridimensionare la vittoria delle destre alle europee ma, come ricorda Politico, il suo azzardo ricorda quello dell'ex primo ministro britannico David Cameron quando decise di provare ad arginare gli euroscettici del suo partito indicendo un referendum sulla Brexit.

Secondo un sondaggio diffuso da Les Républicains nel dicembre dello scorso anno, il Rassemblement National di Marine Le Pen potrebbe infatti ottenere un risultato clamoroso nel caso di elezioni anticipate e raccogliere dai 243 a 305 parlamentari, potenzialmente più della soglia necessaria per ottenere la maggioranza. Come scrive Le Figaro in un editoriale, infatti, "è il vento dell’antimacronismo che ormai soffia in tutti i partiti, in tutte le fasce d’età, in tutte le categorie della popolazione".

Il flop di Scholz e del governo "semaforo"

L'altro terremoto politico si è verificato a Berlino, dove si è certificata la grande impopolarità del Cancelliere Olaf Scholz e del suo governo "semaforo". Secondo i risultati ufficiali provvisori, l’Unione (Cdu-Csu) ha vinto le elezioni europee in Germania con il 30,0%: avanza l’AfD, che diventa il secondo partito con il 15,9% dei consensi: malissimo i partiti della coalizione di maggioranza, con l'Spd sceso al 13,9% e i verdi all'11,9% (12 seggi).

Con questo governo, infatti, l’umore dell’opinione pubblica tedesca è diventato sempre più cupo a causa di un’economia in grande crisi e di un’inflazione che ha colpito duramente sia consumatori che industria. La litigiosa coalizione a tre che comprende socialdemocratici, verdi e liberi democratici, non è riuscita a trovare risposte a queste serie di problematiche e i tedeschi cercano risposte altrove.

Come nota Politico, la sconfitta alle elezioni europee è un'umiliazione per in primo luogo per il Cancelliere, che, nonostante i suoi scarsi indici di approvazione, ha insistito per essere il volto della

campagna insieme alla candidata principale del partito per la corsa all'Europa, Katarina Barley. Un flop storico, che potrebbe far vacillare la tenuta di un governo sempre più debole e poco rappresentativo.

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