Il mondo che verrà: cosa può succedere nella sfida tra gli imperi

Cina e Usa sono entrati a ventre basso nella sfida della nuova rivoluzione industriale, da cui dipenderà il controllo del mondo

Il mondo che verrà: cosa può succedere nella sfida tra gli imperi
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Il mondo che verrà. Stati Uniti e Cina sono partite a ventre basso nella sfida della terza (o quarta) rivoluzione industriale. Tutte e due sanno che da questa dipenderà il controllo, e le gerarchie, sul futuro del mondo. Le rivoluzioni industriali sono un cambio di paradigma che definiscono chi avrà potere e ricchezza e in che misura. Per vincerla sono disposte a tutto e questo significa ballare sull’imponderabile. Siccome è una sfida tra imperi l’attenzione per i diritti individuali e per i cosiddetti diritti universali passa in secondo piano. Ora che lo faccia la Cina non stupisce, se lo fa l’America è un cambio di paradigma culturale. È la più antica democrazia del mondo moderno che cambia volto. Non è cosa da poco.
In questo scenario ci sono poi i grandi protagonisti privati, una sorta di capitani di ventura della globalizzazione, che si muovono con incredibile potere nelle pieghe degli imperi. La loro impostazione ha qualcosa di feudale e questo rende le dinamiche del futuro davvero imprevedibile, perché si innesta al di là delle logiche degli Stati nazione piccoli o grandi che siano. Mi sembra che questi capitani di ventura si muovano al di là del diritto o della legge, soprattutto hanno in mano le chiavi della rivoluzione tecnologica e sono bene o male i padri delle macchine intelligenti.

Questa accelerazione della storia non solo non ha una formula filosofica, fatichiamo a capire chi siamo, ma non ha risposte costituzionali e politiche. Stiamo viaggiando in una terra sconosciuta dove intellettuali e masse si limitano a giocare a un passatempo binario dove tutto è bianco o nero

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