"Il nemico interno è più pericoloso di Russia e Cina", così Trump vuole cambiare l'America

In un'intervista al Time, l'ex presidente spiega il piano politico che intende attuare in caso di vittoria alle elezioni. Un'agenda che dall'immigrazione alla politica estera suscita preoccupazioni negli States, e non solo

"Il nemico interno è più pericoloso di Russia e Cina", così Trump vuole cambiare l'America
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Donald Trump è sempre più pessimista sul futuro dell’America. È ciò che emerge dall'analisi del New York Times sugli ultimi interventi pubblici del tycoon i quali tradiscono una visione del Paese molto più cupa rispetto a quella esposta in passato dallo stesso ex presidente. E ora che i sondaggi gli attribuiscono il 50 per cento delle probabilità di tornare alla Casa Bianca, The Donald ha deciso di rilasciare una lunga intervista al Time per esporre con chiarezza come intende riportare in vita, a modo suo, il sogno americano.

Il fronte interno

L’intervista abbraccia tutti i principali temi della campagna elettorale e si apre con l'ammissione da parte del miliardario del più grande errore commesso durante i suoi anni a Washington. È stato “troppo gentile” con chi lo ha criticato, spiega Trump nella sua Versailles a Mar-a-Lago. Quando il giornalista lo incalza sul perché gli elettori americani dovrebbero dargli nuovamente fiducia se persino molti dei suoi ex collaboratori hanno smesso di appoggiarlo, il candidato del Gop risponde che ha lasciato che se ne andassero "perché ho un cuore. Non voglio mettere in imbarazzo nessuno” ma, precisa, da adesso in poi non sarà più così.

Sono numerosi i passaggi dell’intervista destinati ad attirare l’attenzione dei media. Se rieletto, l’ex presidente conferma di voler deportare milioni di migranti, “15, forse 20 milioni di persone, per quando sarà finito il mandato di Biden, molte delle quali arrivate da prigioni, ospedali psichiatrici". L’esponente repubblicano intende costruire campi detentivi e coinvolgere sia la Guardia Nazionale che l’esercito per fermare “un'invasione di dimensioni mai subite probabilmente da nessun altro Paese”. Quando l’intervistatore gli ricorda l’esistenza di una legge, il Posse comitatus act, che vieta di schierare militari Usa contro i civili, il miliardario non tentenna. I migranti "non sono civili. Sono persone che non sono legalmente nel nostro Paese”.

Consapevole dei rischi politici, Trump ribadisce la volontà di lasciare la parola agli Stati in materia di aborto. Più netto appare invece su altre questioni interne come la difesa dei ribelli che hanno partecipato all’assalto al Congresso il 6 gennaio del 2021 - “sono dei patrioti” - e l’autonomia della figura del procuratore generale contro il quale l’ex star di The Apprentice evoca la minaccia del licenziamento in caso di mancato allineamento con le direttive provenienti dallo Studio Ovale.

L'agenda internazionale

Non meno interesse e preoccupazione suscitano poi le affermazioni di Trump sulla politica estera. Per quanto riguarda il Medio Oriente il tycoon ammette che "c’è stato un tempo in cui pensavo che i due Stati potessero funzionare, ora penso che questa soluzione sarà molto, molto dura". La convivenza pacifica tra palestinesi e israeliani è "molto improbabile", aggiunge il candidato alla presidenza non risparmiando critiche nei confronti del premier Benjamin Netanyahu per la gestione del conflitto nella Striscia di Gaza e per essersi defilato all’ultimo dall’operazione americana che nel gennaio del 2020 portò all’uccisione a Baghdad di Soleimani, il temibile generale dei pasdaran.

Trump riafferma la necessità per gli alleati di aumentare gli stanziamenti per la difesa come condizione per la prosecuzione dell’impegno internazionale degli Stati Uniti. Le pressioni sui partner europei della Nato sono un argomento ben noto ma l’ex presidente rivolge l’attenzione anche alla situazione nell’Estremo Oriente alle prese con le minacce di Pyongyang e di Pechino contro Taiwan. In Corea del Sud ci sono migliaia di militari Usa “che sono in una posizione precaria. Non ha alcun senso. Perché dovremmo difenderli? Stiamo parlando di una nazione ricca”, sostiene il miliardario.

L’instabilità internazionale non sembra insomma spaventare più di tanto Trump il quale invece lancia l'allarme contro i “fascisti” al governo. “Il nemico interno per il nostro Paese è più pericoloso di nemici esterni come la Cina, la Russia e altri”, dichiara il candidato repubblicano.

Parole che assumono un inquietante significato per chi ha visto Civil War, il film incentrato su uno spaventoso futuro distopico in America che proprio in queste settimane sta riscuotendo successo nelle sale cinematografiche negli States.

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