"Putin maledetto mafioso". Navalny, domani i funerali

Yulia: "Date la caccia ai suoi soci nei vostri Paesi". Von der Leyen: "Difesa Ue, più armi con i fondi sequestrati a Mosca"

"Putin maledetto mafioso". Navalny, domani i funerali
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Nostra concittadina per un giorno, Yulya Navalnaya ha ieri sferzato l'Europa con un discorso potente e innovativo, non privo di retorica eppure lontano da ogni autocompatimento. Ospite della plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, che l'ha osannata, è andata oltre il ricordo del marito ucciso per mano di Vladimir Putin, mostrando di volerne raccogliere l'eredità politica e morale per aiutare a costruire «la bella Russia del futuro».

Un duro atto di accusa contro il tiranno di Mosca, «non un politico ma un maledetto mafioso», con cui è inutile dialogare e che «non puoi danneggiare con un'altra risoluzione o con un'altra serie di sanzioni, devi diventare un innovatore». Innovatore come il suo Alexei, «in grado di ispirare milioni di persone con le sue idee», che lo hanno portato a «gettare nel panico il Cremlino anche dal gulag». L'analisi della vedova del dissidente su come il carnefice suo e di tutta la Russia stia imponendo la sua legge due anni dopo l'aggressione dell'Ucraina è spietata: «Tutto è già stato utilizzato: armi, denaro, sanzioni... Niente funziona. E il peggio è successo: tutti si sono abituati alla guerra. Qua e là la gente cominciava a dire: Beh, con lui bisognerà comunque mettersi d'accordo». Ma non c'è rassegnazione, nelle parole di Navalnaya: «In questa lotta avete alleati affidabili: ci sono decine di milioni di russi che sono contro Putin, contro la guerra, contro il male che porta. Non dovete perseguitarli, al contrario, dovete lavorare con loro e con noi».

Il risveglio della Russia potrebbe iniziare domani, quando alle 14, nella periferia sudorientale di Mosca, nella chiesa dell'Icona della Madre di Dio, si svolgeranno i funerali di Navalny, che sarà poi seppellito nel cimitero di Borisov. Un evento spostato di un giorno per non sovrapporsi col discorso di Putin previsto per oggi all'Assemblea federale, e che potrebbe scatenare di nuovo la furia repressiva del Cremlino. «Non so ancora se sarà pacifico o se la polizia arresterà coloro che sono venuti a salutare Alexei», dice dolente Navalnaya.

L'Europa è scossa, sente la chiamata alle sue responsabilità, certo non l'intervento militare diretto prospettato dal presidente francese Emmanuel Macron, ma certo è il momento del prendere o lasciare, anzi «il momento di pensare in grande», come incita Ursula von der Leyen. «Negli ultimi anni - dice la commissaria europea parlando prima di Navalnaya - molte illusioni europee sono andate in frantumi. Guardandoci intorno, è chiaro che non c'è più spazio per altre illusioni. Putin ha utilizzato il dividendo della pace per preparare la sua guerra. L'Europa deve svegliarsi». Anche perché «la minaccia di guerra potrebbe non essere imminente, ma non è impossibile» e quindi c'è «l'urgente necessità di ricostruire, rifornire e modernizzare le forze armate degli Stati membri». Un aiuto arriverà dal finanziamento del programma Asap, che consentirà di «raddoppiare all'incirca la produzione europea di munizioni, portandola a oltre 2 milioni di proiettili all'anno entro la fine del 2025». Un'Europa più compatta ed efficiente nella difesa passa anche per una sorta di centrale acquisti comune, un sistema di «appalti congiunti nel settore della difesa» come accaduto «con i vaccini o con il gas naturale» e per la possibile nomina di un commissario europeo alla Difesa di cui von der Leyen si dice molto favorevole.

Così come all'«utilizzo degli extraprofitti dei beni russi congelati per acquistare congiuntamente attrezzature militari per l'Ucraina. Non potrebbe esserci simbolo più grande e utilizzo migliore di quel denaro per rendere l'Ucraina e tutta l'Europa un posto più sicuro in cui vivere».

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