Nonostante l’ultimatum israeliano e la dura posizione assunta da Benjamin Netanyahu, gli Stati Uniti stanno ancora tentando di prevenire l’invasione di Rafah e di far raggiungere a Tel Aviv e Hamas un accordo sulla liberazione degli ostaggi. Mercoledì primo maggio, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha incontrato il primo ministro dello Stato ebraico a Gerusalemme, nell’ambito della sua settima visita in Medio Oriente dall’inizio del conflitto.
Durante il faccia a faccia, il premier israeliano ha ribadito che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza. Stando a quanto riportato su X da Barak Ravid del sito Axios, Netanyahu ha anche affermato che se l’organizzazione terroristica non cederà su questo punto, le trattative salteranno e le Idf daranno il via all’operazione a Rafah. Da parte sua, il numero due della Casa Bianca "ribadito la chiara posizione degli Stati Uniti su Rafah" in merito all'attacco che l'esecutivo di Tel Aviv non ha intenzioni di annullare anche nel caso in cui si dovesse raggiungere un’intesa con Hamas. In merito a questa vicenda, la comunità internazionale e molte associazioni umanitarie hanno espresso più volte la loro preoccupazione per gli oltre 1.5 milioni di civili ammassati nella città, molti dei quali fuggiti dalle zone dei combattimenti negli ultimi mesi.
Blinken ha inoltre sottolineato il “miglioramento” nelle consegne di aiuti alla popolazione di Gaza nell’ultimo mese e ha chiesto al primo ministro di Tel Aviv di intensificarle. Da parte sua, Netanyahu ha ribadito che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza. Stando a quanto riportato su X da Barak Ravid del sito Axios, il premier ha anche affermato che se l’organizzazione terroristica non cederà su questo punto, le trattative salteranno e le Idf daranno il via all’operazione a Rafah.
Oltre al vertice con il primo ministro, Blinken ha incontrato anche il presidente Isaac Herzog e le famiglie degli ostaggi israeliani-americani. In entrambi i casi, ha affermato che riportare a casa i rapiti “è al centro di tutto quello che stiamo cercando di fare”. “Siamo determinati a ottenere un cessate il fuoco che riporti a casa gli ostaggi e a ottenerlo ora, e l'unica ragione per cui ciò non verrà raggiunto è a causa di Hamas. C'è una proposta sul tavolo e, come abbiamo detto, non ci sono ritardi né scuse. Il momento è adesso”, ha aggiunto durante al cerimoniale con il capo dello Stato ebraico.
Il capo della diplomazia Usa si è fermato a parlare anche con manifestanti radunatisi fuori dal suo albergo a Tel Aviv, rassicurandoli del fatto che gli sforzi di Washington sono indirizzati principalmente alla liberazione degli ostaggi.
Le persone assiepate fuori dall’albergo hanno scandito diversi slogan come "Sos Usa, solo tu puoi salvare la situazione" e "Abbiamo fiducia in Blinken, riportateli a casa da noi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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