Se le elezioni in Regno Unito si tenessero oggi, il Partito Laburista trionferebbe con la più ampia maggioranza della storia parlamentare del Paese. L'istituto People Polling segnala che il Labour sarebbe a un passo dalla maggioranza assoluta dei voti, sfiorando il 50% dei consensi. Più che doppiato il Partito Conservatore, che con Boris Johnson alla guida aveva vinto le elezioni del 2019 conquistando la maggioranza assoluta. I Tory sarebbero ben 29 punti sotto i Laburisti, al 21%. La metà esatta del 42,4% del 2019.
Ma il vero choc per la forza politica che dal 2010 governa il Regno Unito e da allora ha espresso cinque primi ministri (David Cameron, Theresa May, Johnson, Liz Truss e Rishi Sunak) sarebbe la conta dei seggi. I Conservatori perderebbero il 97% dei seggi e scenderebbero da 365 deputati a soli 10, tanto che nemmeno i tre premier alternatisi nel 2022 sarebbero rieletti nelle rispettive circoscrizioni.
I Tory sarebbero solo quarto partito, dietro ai Liberaldemocratici, terzi con 19 seggi e allo Scottish National Party che risulterebbe vincitore oltre il Vallo di Adriano conquistando 50 collegi. La maggioranza laburista sarebbe plebiscitaria: con 549 seggi su 650 avrebbero undici volte i voti del primo partito di opposizione e l'85% dei seggi. Diventando dunque in grado di gestire ogni comitato e regola parlamentare a proprio piacimento.
Westminster Voting Intention:
— British Electoral Politics (@electpoliticsuk) January 25, 2023
LAB: 50% (+5)
CON: 21% (=)
LDM: 8% (-1)
REF: 7% (-1)
GRN: 5% (-4)
Via @PeoplePolling, On 24 January.
Changes w/ 18 January.
Il voto del 2024 all'orizzonte in Regno Unito
Uno scenario in continuo deterioramento quello per il Partito Conservatore che si avvicina al voto del 2024 con l'aria di chi attende un redde rationem e punta tutto su Rishi Sunak e il suo governo per uscire dalle sacche che intrappolano l'esecutivo.
I Tory hanno visto un tracollo sotto il 30% dei sondaggi a settembre, in occasione del naufragio della manovra economica del governo Truss. E questo ha favorito i laburisti di Keir Starmer, che si sono avvantaggiati del logoramento dei loro avversari. Tanto da promuovere a più riprese mozioni di sfiducia e prove di forza contro l'esecutivo.
La strategia laburista
Starmer e i Laburisti hanno fatto loro gli slogan che hanno portato Johnson al trionfo elettorale del 2019. "Starmer, un ardente sostenitore del Remain, ha fatto scalpore in un discorso di Capodanno che ha abbracciato il messaggio Take Back Control della campagna pro-Brexit, promettendo che il Labour avrebbe approvato una legge per devolvere il potere alle regioni inglesi", nota Politico.eu.
La sua Cancelliera dello Scacchiere ombra, Rachel Reeves, ha reagito agli attacchi per l'eccessiva timidezza arrivando a riscoprire dal campo progressista Donald Trump: parlando "in risposta agli ultimi scandali fiscali e clientelari dei Tories" ha affermato che "un futuro governo laburista avrebbe prosciugato la palude" di Westminster. Il Labour vuole sottrarre ai conservatori il marchio di partito nazionale e coniugare l'immagine di formazione responsabile con una riscoperta da sinistra dell'orgoglio nazionale. Il varo di una strategia contro il caro energia denominata "Great British Energy" richiama lo slogan "Global Britain" e da un'idea ambiziosa di sviluppo.
La vera sfida per i laburisti sarà gestire questa leadership in caso di campagna elettorale. Ed evitare che l'opposizione a Sunak si nutra di sondaggi volatili.
Il Primo ministro è attivo su molti fronti, a partire dalla lotta all'inflazione, e si muove su ogni scenario con cautela per evitare gli errori del suo fugace predecessore. Ha due anni per invertire dei sondaggi-choc prima del voto di fine 2024: una sfida che è decisiva per evitare che il partito che da tredici anni guida il Regno Unito subisca la peggior debacle della sua storia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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