"Biden si ritira entro il weekend". E Obama vacilla: "Vittoria difficile". Dem nel caos

Mentre il presidente Biden è in isolamento per via del Covid-19, i leader dem al Congresso riferiscono ad Axios che il passo indietro del presidente degli Usa sarebbe imminente

"Biden si ritira entro il weekend". E Obama vacilla: "Vittoria difficile". Dem nel caos
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Da scialba corsa fra anziani, la campagna elettorale americana si sta trasformando in una saga pregna di colpi di scena e attese spasmodiche, sebbene l'esito sembra sempre più scontato in seguito all'attentato a Donald Trump.

L'appello disperato ai donatori di Biden

Il presidente "sta bene" e non intende abbandonare la corsa per la rielezione. Così la campagna di Joe Biden ha risposto ai giornalisti durante una conferenza stampa a Milwaukee, dove è in corso la convention del Partito repubblicano. Il presidente "non sta esaminando altri scenari" nei quali "non sia in cima al ticket" elettorale, ha detto Quentin Fulks, vice responsabile della campagna per la rielezione che, ha sottolineato, "è e sarà il candidato democratico".

La campagna di Biden, intanto, ha lanciato un messaggio disperato ai donatori a poche ore dalla nomination di Trump. "Ti preghiamo - si legge nel messaggio inviato sui cellulari dei donatori - la nomination di Trump è stasera. Le donazioni per sconfiggerlo sono crollate". Il messaggio arriva mentre è aumentata la sfiducia del partito nei confronti delle capacità di Biden e molti donatori hanno congelato le loro donazioni nel tentativo di convincere il Presidente a passare il testimone. “Siamo vicini alla fine". Una fonte anonima della cerchia di Biden così descrive all’Nbc la situazione attuale. Fra lo staff di Biden, riporta l’emittente, ci sarebbe la "palpabile sensazione" che le cose siano cambiate e anche alcuni dei più agguerriti sostenitori del presidente ritengono ormai che Biden possa farsi da parte.

I rumors dei dem sul ritiro di Biden

Intanto, si fanno incessanti i rumors e malumori in casa dem, che rendono la corsa sempre più grottesca, con il presidente Joe Biden che cerca di mostrare a ogni costo una tempra che non ha, e fette sempre più grosse del mondo democratico che ne chiedono l'uscita di scena con onore. Ma la notizia del giorno è un'altra e sembrerebbe rendere tutto più imminente che mai: diversi esponenti di punta del Partito democratico avrebbero riferito ad Axios che le crescenti pressioni dei leader del Congresso e degli amici più stretti persuaderanno il presidente a decidere di abbandonare la campagna per la rielezione entro questo fine settimana. Come? In che modo? Aprendo quale scenario? Difficile prevederlo.

Lo stesso Biden, ora in autoisolamento a causa del Covid-19, è un candidato con armi ulteriormente spuntate: pubblicamente blindato, costretto ad annullare impegni elettorali, rassegnato alla crescente pressione e ai sondaggi negativì che "rendono impossibile continuare la sua campagna", dicono le fonti Dem. I massimi dirigenti del partito, i suoi amici e i principali donatori credono che Biden non possa vincere, non possa cambiare la percezione pubblica della sua età e della sua acutezza e non possa ottenere la maggioranza al Congresso. Al presidente è stato detto che se continuasse la corsa alla Casa Bianca, l'ex presidente Trump potrebbe vincere con numeri da record, soprattutto in seguito al pericolo scampato la scorsa settimana, spazzando via l'eredità di Biden e le speranze dei democratici a novembre.

L'affondo di Pelosi contro Biden

I democratici si aspettano che i sondaggi dopo la Convention nazionale repubblicana indichino una possibile vittoria schiacciante di Trump, che potrebbe far tagliare le gambe ai democratici anche al Congresso. Il sondaggio AP di ieri, che mostrava che quasi due terzi dei democratici vorrebbero che Biden si ritirasse dalla corsa alla presidenza, ha trovato riscontro sia alla Casa Bianca che al Congresso, aggiunge Axios.

Il paradosso, al momento, è questo: l'unico ancora a crederci è Biden e la sua Camelot. Il presidente, tuttavia, non può essere costretto a dimettersi. Ha i delegati. Nessuno può fisicamente strapparglieli. Deve farlo per sua scelta e alle sue condizioni. A tentare di far desistere il presidente, l'ex speaker della Camera Nancy Pelosi, che avrebbe riferito a Biden, in una conversazione privata, che i sondaggi mostravano come lui non fosse in grado di sconfiggere Trump, distruggendo le possibilità dei Democratici di riconquistare la Camera a novembre. Lo riporta la Cnn, citando quattro fonti, secondo le quali Biden avrebbe respinto l'osservazione, ribattendo di aver visto sondaggi in cui lui può vincere.

Spazientita, Pelosi avrebbe poi chiesto a Mike Donilon, un consigliere storico di Biden, di dire la sua riguardo i dati. La telefonata sarebbe la seconda conversazione tra la rappresentante della California e il presidente dal 27 giugno, giorno della disastrosa prova di Biden nel duello televisivo con Trump. Non è chiaro quando sia avvenuta, ma dovrebbe esserci stata la scorsa settimana. Pelosi pubblicamente non ha mai chiesto a Biden di ritirarsi, ma ha sempre risposto in modo neutro riguardo la possibile scelta del presidente.

Tra le voci autorevoli dem, anche l'ex presidente Barack Obama, che ha riferito ad amici che il sentiero verso la vittoria per Biden si è ristretto di molto e pensa che il presidente abbia bisogno di considerare seriamente la fattibilità della sua candidatura. Lo riporta il Washington Post, che cita molteplici persone a conoscenza del pensiero di Obama. L'ex presidente ha parlato con Biden solo una volta dalla sera del disastroso dibattito tv, e ha sempre dichiarato che ogni decisione sulla candidatura tocca al presidente. Ma Obama ha anche sottolineato la sua preoccupazione riguardo la svolta autoritaria che il Paese potrebbe avere. Secondo il Post e altri media americani, da settimane Obama sta guidando conversazioni private assieme all'ex speaker della Camera per tirare le file del partito e spingere Biden a farsi da parte.

L'amarezza e i timori dem nelle chat private

Biden ha i delegati, si diceva. Ma anche qui le cose scricchiolano. Sempre più dubbiosi, iniziano ad annusare il generale clima di sfiducia. Lo rivela Politico che ha avuto accesso alle chat e ai gruppi Facebook dei delegati della California, uno dei drappelli più numerosi che si preparono ad andare, il 19 agosto prossimo alla convention di Chicago. Gli scambi su queste chat mostrano come, in un blue state come la California, gli elettori siano sconcertati per una campagna elettorale completamente in tilt. La delegata Susan Bolle nei giorni immediatamente successivi al dibattito scrive di aver ricevuto telefonate di oltre 150 elettori che rappresenta che le hanno chiesto di esprimersi per il ritiro di Biden. "Ovviamente, il primo passo dovrebbe essere che il presidente Biden si ritirasse di sua volontà liberando i i suoi delegati - si legge nel suo messaggio postato sul gruppo di Facebook - dovremmo discutere di questo, è un'esperienza dolorosa a tutti i livelli ma noi giochiamo un enorme ruolo nella storia di queste elezioni, non possiamo lasciare le cose al caso".

Molti dei partecipanti alla chat esprimono il loro sostegno al passaggio della candidatura a Kamala Harris, californiana doc.

"Kamala non è la candidata più forte, ma logisticamente è la più logica", scrive Nico Brancolini, vice presidente del Stonewall Democratic Club, invitando poi ad "immaginare la rabbia che provocherebbe il fatto che una vice presidente, che è afroamericana, fosse messa da parte in favore di altri candidati".

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