Adesso è ufficiale. Javier Colomina è stato formalmente nominato da Jen Stoltenberg come rappresentante speciale della Nato per il vicinato meridionale. Un scelta che già era stata confermata nei giorni scorsi, e che aveva prodotto non poche conseguenze politiche. Da una parte, la Spagna di Pedro Sanchez può dirsi molto soddisfatta. Il governo del premier socialista ha puntato molto su questa nomina e i media iberici puntavano da tempo sul fatto che Madrid desiderasse avere un maggiore peso all'interno dell'Aleanza nel quadrante africano. Dall'altra parte, la scelta di scommettere sullo spagnolo ha innescato una dura polemica tra Stoltenberg e il governo italiano, che si è sentito tradito dopo che era a tutti evidente l'obiettivo di Roma di avere un proprio rappresentante per il "fianco Sud" dell'Alleanza. E questo sia per la proiezione italiana in Africa, presente con i propri militari in Libia, in Niger e nel Corno d'Africa, sia per gli ottimi legami con altri Paesi del continente. In questo senso, le parole del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sono state eloquenti.
L'esperienza di Colomina
Ora, però, la scelta è stata fatta. In attesa che l'arrivo di Mark Rutte come nuovo segretario generale posaa rimescolare le carte, Stoltenberg ha confermato la sua scelta. "Il Medio Oriente, il Nord Africa e le regioni del Sahel sono importanti per la nostra Alleanza. Javier Colomina ha una vasta esperienza nei rapporti con i partner della Nato. La sua nomina rafforzerà ulteriormente l'importante lavoro della Nato nel Sud", ha dichiarato il segretario generale dell'Alleanza Atlantica a nomina avvenuta. E su questa figura, la Nato punta molto, visto che nell'ultimo vertice di Washington è stato fatto capire che il rafforzamento della proiezione verso sud dell'Alleanza diventa sempre più necessario. Sia per l'Africa che per il Medio Oriente. Stesso tema che era stato sottolineato l'anno scorso nel summit di Madrid, che aveva ribadito l'importanza di questo nuovo focus meridionale.
In attesa di Rutte
Ora bisognerà capire quanto possa davvero incidere questa figura scelta per un ruolo potenzialmente centrale per il presente e il futuro della Nato. La decisione di Stoltenberg, anche per le tempistiche, suggerisce l'ipotesi di una nomina quasi temporanea, proprio in vista dell'arrivo di Rutte. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva parlato di una "una scelta effettuata da Stoltenberg prima del voto. Riguarda un inviato personale del segretario generale", e l'augurio espresso dal leader di Forza Italia è che "la scelta del prossimo segretario generale sia più equilibrata e rispettosa delle richieste italiane".
La stessa esperienza di Colomina sottolineata dall'attuale segretario generale dell'Alleanza non appare così evidente per il ruolo prescelto. Lo spagnolo, infatti, è Vice Segretario generale aggiunto per gli affari politici e la politica di sicurezza, e ha avuto il ruolo di rappresentante speciale del segretario generale per il Caucaso e l'Asia centrale. Un'esperienza certamente utile, ma su un'area ben diversa da quella africana.
E l'Italia, anche come apparato diplomatico e strategico, sembrava più in grado di fornire personalità in grado di gestire questo dossier così fondamentale. Quanto abbia pesato la visione politica, è difficile da dire. Certamente però sono in molti a definirla una carica "ad interim". E questo rischia di essere un primo grande problema.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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