Taiwan 2027. L'America vede la guerra cinese

Tre anni sono un futuro troppo vicino, soprattutto se in ballo c'è una guerra globale

Taiwan 2027. L'America vede la guerra cinese
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Tre anni sono un futuro troppo vicino, soprattutto se in ballo c'è una guerra globale. C'è una data che ormai rimbalza troppo spesso tra Washington e Pechino. Segnatela sul calendario. È il 2027. Il primo a metterla in evidenza in realtà è stato proprio Xi Jinping, il segretario del Partito comunista cinese. L'appuntamento è con il destino di Taiwan. Storia lontana, storia che non finisce, storia che è sempre in attesa di un punto finale. Si sa che prima o poi la Cina cercherà di riprendersi l'isola di Formosa, lì dove si rifugiò ciò che rimase dell'esercito di Chiang Kai Shek. L'isola della primavera, l'isola fortezza, che resiste in mezzo al mare come ultimo avamposto di democrazia, con il suo quasi monopolio

di semiconduttori. Ora stanno accadendo un po' di cose che preoccupano. L'azienda taiwanese TSMC, il principale produttore di chip a contratto del mondo, a febbraio si è trasferita in Giappone. Qualcuno dice che sembra una fuga, come chi sente che il tempo sta per finire. La Cia in autunno aveva indicato il 2027 come la data dell'ora X. Ora esce allo scoperto anche l'ammiraglio John Aquilino, il comandante della flotta statunitense nel quadrante dell'Indo-Pacifico. «La Cina sta costruendo un arsenale militare e nucleare a una velocità non vista dalla Seconda guerra mondiale e tutti i segnali indicano che è in corsa per centrare il suo obiettivo di essere pronta a invadere Taiwan per il 2027». È un'analisi con il sapore della profezia. La sorte dell'isola potrebbe essere un gioco a somma negativa. Ci perdono tutti, compresi i pochi che sopravviveranno. Questo dipende dalla forza

della Cina, dalla resistenza taiwanese e da cosa faranno gli americani. Si può morire per Taipei? Il 2027 ricorre come anno malsano già nelle cronache varie e sgangherate. Dicono del solito asteroide pronto a colpire la Terra.

C'è la previsione di Kiyosaki sull'arrivo della «più grande crisi finanziaria di sempre». C'è chi parla di una nuova pandemia. Elliot Ackerman e James Stavridis nel famoso libro sulla svolta drammatica del tempo futuro avevano indicato il 2034 come data magica e Taiwan come detonatore. Ottimisti?

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