Manca poco più di un mese all'insediamento di Donald Trump e il neoeletto presidente degli Stati Uniti inizia a donare pillole di politica estera alla stampa.
"Parleremo con Putin e parleremo con Zelensky" è stata la risposta lapidaria alle domande dei giornalisti sulla guerra in Ucraina in quel di Mar-a-Lago. "Il numero di soldati uccisi da entrambe le parti è astronomico. Non c'è nessuna protezione su un campo di battaglia che è pianeggiante, l'unica cosa che ferma i proiettili è un corpo. Stiamo facendo il massimo per fermare la guerra", dice Trump. Ma a suo avviso sarà necessario un passo indietro da entrambe le parti: sia Zelensky che Putin devono essere disposti a raggiungere un accordo. Quanto ai bombardamenti in territorio russo con i missili Usa a medio-lungo raggio, detta di Trump "non andavano consentiti", sottolineando che si è trattato di un "grosso errore" da parte dell'Amministrazione Biden dare il via libera a Kiev.
Trump ha poi sottolineato di non aver invitato Zelensky alla cerimonia di insediamento: "Se vuole venire, lo accoglierò con piacere". "Zelensky vuole la pace -ha aggiunto - è il peggior massacro mai visto dalla Seconda Guerra Mondiale. Ho foto di campi coperti di corpi, sembrano scene della Guerra Civile. La guerra va fermata, stiamo cercando di farlo". Poi, la frecciatina all'amministrazione Biden: "Quattro anni fa non c'erano guerre, la Russia non pensava nemmeno ad invadere l'Ucraina. Il presidente Putin non sarebbe mai entrato in Ucraina", dice Trump.
Incalzato dalla stampa, Trump ha riferito quale sarebbe il suo piano di pace, con annesse rinunce territoriali da parte dei contendenti. Per il presidente eletto, apparentemente, non c'è ragione-da parte di Kiev-di rivendicare territori rasi al suolo. "Le città sono state ampiamente distrutte. La gente non può tornare lì, sono solo macerie. Il numero di morti è decisamente superiore a quelli che sentite. Gli edifici sono stati rasi al suolo e si diceva che nessuno fosse rimasto ferito: nessuno sa se ci fossero persone, lo scopriranno quando rimuoveranno le macerie", prosegue. Secondo Trump, i russi "hanno risparmiato Kiev, probabilmente perché vogliono usarla o occuparla. Ora nelle città non c'è più un edificio in piedi. Quando si parla di 'conquistare il paese, cosa c'è da conquistare? Ci vorranno 100 anni per ricostruire e nulla tornerà come prima. Con me alla presidenza non sarebbe mai successo", ha ribadito.
Se l'idea di far dialogare Putin e Zelensky è il contributo che Washington intende dare alla risoluzione del conflitto in Ucraina, il mantenimento dello status quo sarebbe compito europeo. L'idea, che già qualcuno ha definito come "piano Trump", è quella di una forza di peacekeeping da collocare lungo la linea di contatto fra Russia e Ucraina, da Chernhiv a Nord a Kherson a Sud. Un contingente di circa duecentomila uomini a carico dell'Europa. Un'opzione che scatterebbe nel momento in cui Kiev e Mosca dovessero optare per una tregua.
Il team del presidente eletto sta discutendo su come porre fine in modo permanente alla guerra tra Russia e Ucraina, anziché limitarsi a "metterla in pausa", ha dichiarato ieri a CBS News Mike Waltz, il consigliere per la sicurezza nazionale scelto da Trump.
Alla domanda se la futura amministrazione Trump intenda limitare il modo in cui l'Ucraina può utilizzare le armi statunitensi, Waltz ha risposto che un "assegno in bianco... non è una strategia", aggiungendo che misure del genere rischiano di trasformare il conflitto in una "guerra senza fine".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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