Patto con l'Egitto sui migranti: il piano Ue per governare i flussi

In una lettera indirizzata ai capi di governo dei 27, il presidente della commissione Ursula Von Der Leyen ha espresso l'intento di sottoscrivere con Il Cairo un accordo di collaborazione. Si pensa allo stesso modello già applicato con la Tunisia

Patto con l'Egitto sui migranti: il piano Ue per governare i flussi
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Dall'Egitto partono pochi barchini. Il motivo è alquanto chiaro: la distanza geografica tra il Paese nordafricano e l'Italia è di gran lunga maggiore rispetto a quella tra le nostre coste e la Tunisia o la Libia. Tuttavia, tra chi arriva a Lampedusa non è difficile scorgere la presenza di migranti egiziani. Anzi, dall'Egitto sono approdati nel nostro Paese nel 2023 quasi diecimila cittadini egiziani. Segno di come il fenomeno migratorio è ben presente.

Forse è proprio partendo da questo dato che il presidente della commissione europea, Ursula Von Der Leyen, ha pensato di replicare con il governo de Il Cairo lo stesso tipo di approccio già avuto con Tunisi. Sottoscrivere cioè un accordo di collaborazione tra Ue ed Egitto volto a frenare o ridimensionare il flusso migratorio verso l'Italia e quindi l'Europa.

Le parole di Von Der Leyen

Così come anticipato su Politico.eu, il presidente della commissione ha espresso la propria volontà di stringere un accordo con l'Egitto. Le trattative tra le parti sarebbero state avviate già da diversi mesi. “La nostra priorità - ha scritto Von Der Leyen nella missiva indirizzata ai capi di governo Ue - dovrebbe essere anche quella di stabilire un partenariato strategico e reciprocamente vantaggioso con l’Egitto”.

“Il ruolo dell’Egitto - ha poi aggiunto il numero uno dell'esecutivo comunitario - è vitale per la sicurezza e la stabilità del Medio Oriente, ospita un numero crescente di rifugiati e abbiamo la responsabilità di sostenerlo”. Lo schema sembra essere lo stesso di quanto già visto con la Tunisia. Ossia intavolare un dialogo tra l'Ue e il Paese nordafricano, prima di apporre le firme su appositi memorandum. In quei documenti, già in vigore lungo l'asse tra Tunisi e Bruxelles, sono stati siglati accordi di cooperazione sull'immigrazione.

Le intese prevedono, in particolare, soldi a sostegno delle autorità locali in cambio dell'impegno a un maggior controllo delle coste. Lo stanziamento da parte europea è previsto anche in relazione a programmi di intervento sull'economia e sostegno alla crescita. Ad onor del vero, le trattative con la Tunisia sono state tutt'altro che semplici. La firma sui memorandum è stata più volte rinviata e pochi giorni fa lo stesso presidente tunisino Kais Saied ha rispedito al mittente un primo assegno erogato da Bruxelles. Il motivo è stato dato dall'accusa, rivolta sempre da Saied all'Europa, di concedere solo misere elemosine.

Il percorso attuato con la Tunisia, su spinta dell'Italia, sembra però iniziare a funzionare dal momento che a ottobre è stato registrato un primo calo degli approdi a Lampedusa. Sull'Egitto a Bruxelles c'è maggiore ottimismo: i rapporti con il presidente Al Sisi sono buoni e con Il Cairo si collabora intensamente già da tempo sul fronte energetico ed economico. Dunque, un eventuale memorandum potrebbe avere, lungo l'asse tra il Paese nordafricano e l'Ue, una corsia preferenziale.

Il ruolo dell'Egitto

A far propendere l'Ue verso la possibilità di sottoscrivere un accordo con Il Cairo non sono soltanto i dati relativi ai migranti egiziani che ogni mese sbarcano in Italia. Il perno della questione ruota attorno ai circa nove milioni di rifugiati che sono attualmente ospitati in Egitto. Si tratta di persone fragili e vulnerabili e che potrebbero prendere la via della Libia, da dove poi si parte verso il nostro Paese.

“Sono necessari maggiori finanziamenti da parte dell’Ue per sostenere i 9 milioni di rifugiati che vivono in Egitto - ha dichiarato su Politico.eu un alto funzionario Ue - e che hanno accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria gratuite”.

Anche la commissaria Ue Margaritis Schinas ha lasciato intendere di considerare l'Egitto come un Paese cruciale nel contrasto all'immigrazione irregolare. “Abbiamo quasi zero arrivi diretti dall’Egitto nell’Unione europea – ha detto nei giorni scorsi - ma abbiamo, a causa della situazione in Libia, movimenti di egiziani attraverso la Libia".

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