
Quand'è che la sinistra ha scordato il materialismo storico? E com'è che a ricordarglielo sia un capitalista nemmeno troppo sofisticato, americano e biondo? Comprendere questo giro di valzer serve a capire come evolveranno gli scenari di guerra.
L'Ucraina è una storia di distruzione e di morti, tantissimi morti a cui sono state dedicate pagine e pagine di diritti ideali. In tre anni, insieme a qualche sanzione farlocca e dei bonifici girati direttamente sul conto dell'industria delle armi, migliaia di ragionamenti dotti per invocare il diritto internazionale a sostegno delle ragioni degli aggrediti. Che nel frattempo vedevano distrutti il loro Paese e le loro vite, senza nessuno a spiegare che non fosse un confronto tra buoni e cattivi ma solo interessi contrapposti, che per non deflagrare avrebbero dovuto raggiungere anni prima quella quadra che una politica incapace non aveva né cercato né trovato, così compromettendo la pace, che non è l'assenza della guerra ma la presenza di un equilibrio.
Giudicare la politica è compito della storia, che in questo caso sta dicendo più o meno questo. Vi siete infilati in un cul-de-sac per non frenare l'allargamento della Nato fino al giardino russo. Adesso per uscirne accetterete quel freno e ci rimetterete anche un bel po' di territorio ucraino, dopo aver sacrificato la vita di centinaia di migliaia di persone.
La lettura idealista attribuisce ciò all'imperialismo e alla volontà espansionistica del dittatore, oppure alle diverse confessioni religiose nel caso di Gaza. Una filosofia che ha retto per secoli perché serviva a spingere e motivare chi nella guerra rimetteva la vita sua e la rovina dei suoi familiari. Contro questa visione si è erto il materialismo storico, secondo cui la storia, per quanto ammantata di valori politici o religiosi, è determinata da fattori materiali, tecnologici e/o economici. Calato nella realtà, il materialismo sembra ispirare il piano avanzato dall'amministrazione Trump, che suggerisce di chiuderla prendendo atto dello stallo: chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. L'alternativa sarebbero solo altri morti, altra distruzione e ulteriore congelamento dell'unica cosa che conta: il business, da cui tutti avrebbero da guadagnare. In primis gli americani, a cui spetterebbe il boccone più grosso: sottrarre con la pace la Russia alla morsa cinese, dopo avervi sottratto l'Europa con la guerra. Poi gli europei, che tornerebbero a fare ottimi affari col grande vicino traboccante di energia. Infine e soprattutto, gli Ucraini che smetterebbero di morire e tornerebbero a passeggiare il sabato col gelato in mano: un lavoro 9-18 sarà meglio di un kalashnikov o no? Sì, il materialismo a volte può essere nauseante.
Come per l'Ucraina, anche su Gaza troviamo la sinistra liberal e benpensante su posizioni ideali, con The Donald a ricordare loro che sono i fatti concreti a fare la storia. Chi vorrebbe far crescere i figli tra quelle macerie, invece di prender su e andare a cercare lavoro e una vita dignitosa dove c'è? La terra natia è una bella cosa, compatibilmente. Centomila giovani italiani nel 2022/23 sono andati all'estero. Ogni anno centinaia di migliaia migranti rischiano la vita su un barcone e la sinistra vorrebbe accoglierli tutti. Beh, tutti tranne quelli di Gaza, che devono restare lì e comunque non sarebbero migranti ma deportati.
La sinistra per un secolo
si è battuta per le cose concrete e materiali, la struttura. Adesso che le sue le ha conquistate, per quelle degli altri privilegia gli ideali, le sovrastrutture. C'è un modo di dire efficace, ma lasciamo perdere è meglio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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