Un giallo lungo 29 anni - quello dell'omicidio di Luigia Borrelli, ex infermiera genovese che si era messa a fare la prostituta per mantenere la famiglia - con tante false piste, suicidi e colpi di scena, potrebbe essere ad un punto di svolta.
Per il «delitto del trapano», ribattezzato così perché l'utensile fu trovato conficcato nella gola della donna, rimasto fino ad oggi senza un colpevole, è stato indagato per omicidio e rapina un uomo di 65 anni, dipendente di una carrozzeria, incastrato da diversi elementi, ma soprattutto dal dna. Lunedì gli investigatori della squadra mobile di Genova e della guardia di finanza hanno eseguito un decreto di perquisizione e sequestro a carico del carrozziere che la Procura avrebbe voluto arrestare per l'omicidio avvenuto nel centro storico di Genova il 5 settembre del 1995. Pur respingendo la richiesta del pm perché a distanza di tanto tempo non sussistono più le esigenze cautelari, il gip ha confermato la gravità del quadro indiziario. La Procura ha comunque impugnato la decisione davanti al Tribunale del Riesame, che dovrà pronunciarsi lunedì 23 settembre. Per gli investigatori il 65enne, che è ludopatico e ha contratto nel tempo ingenti debiti, avrebbe ucciso la donna proprio per rapinarla dell'incasso dell'intera giornata trascorsa con i clienti. Un delitto aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà, come dimostrano i 15 fori di trapano rilevati sul corpo della vittima. Un anno fa la comparazione del dna aveva escluso la responsabilità di uno degli ultimi sospettati del delitto, un ex primario del San Martino morto nel 2021.
Le indagini non si sono mai fermate. Recentemente il magistrato aveva inviato l'arma del delitto, il trapano, al gabinetto della polizia scientifica di Roma, dove gli esperti hanno estrapolato un dna più completo dai reperti già analizzati all'epoca.
È stata effettuata anche una «autopsia psicologica», una sorta di perizia post-mortem per raccogliere dati sulla vittima per costruirne un profilo capace di indirizzare le indagini in un determinato «ambiente». È così che si è arrivati al carrozziere che aveva problemi legati al gioco d'azzardo: secondo l'accusa l'uomo avrebbe ucciso per portare via l'incasso della giornata alla donna.
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