In 9 mesi il governo ha dato 170 miliardi di euro. A parole

Tanti annunci e pochi fatti: il governo Renzi ha sbloccato solo 10 miliardi. Il resto è rimasto un grande spot

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ospite di Porta a Porta
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ospite di Porta a Porta

Dopo un solo mese dall'insediamento a Palazzo Chigi, il settimanale Panorama aveva parlato di «ballo del bla bla» riferendosi alla scarsa concretezza del neopremier Matteo Renzi. Dopo nove mesi di governo si può dire che mai titolo fu più azzeccato perché la discrasia tra gli annunci a raffica e la realtà dei fatti ha raggiunto vette impensabili. Basti considerare che, esaminando solo alcuni ambiti dell'attività dell'esecutivo, le promesse di intervento hanno totalizzato 170 miliardi di euro. A conti fatti e senza il bonus da 80 euro, si stenta a superare la decina. Insomma, tanto fumo e poco arrosto.

Dissesto idrogeologico L'analisi non può non partire dalle alluvioni che hanno devastato mezza Italia. È dallo scorso marzo che Renzi dice che è tutto a posto. «Ci sono 1 miliardo e 648 milioni pronti sul tema del dissesto idrogeologico. Abbiamo arrotondato a un miliardo e mezzo che è pronto. È già computato nel patto di stabilità», disse. A marzo le risorse erano lievitate a 4 miliardi, mentre negli ultimi giorni, dopo il disastro di Genova si è passati ai «9 miliardi contro il dissesto» del sottosegretario Delrio che diventano «7 miliardi in sette anni» nel computo del ministro dell'Ambiente Galletti (che ha escluso dal conto i due miliardi che dovrebbero versare le Regioni). In realtà, lo Stato ha destinato 700 milioni a 11 grandi città, mentre l'unità di missione di Palazzo Chigi ha liberato 800 milioni per vari cantieri da finanziare nel 2014.

Jobs Act Renzi: «Ora un Jobs Act da 100 miliardi». Così titolava la defunta Unità il primo marzo 2014. Nel calderone c'era un po' tutto, anche 60 miliardi di debiti della pubblica amministrazione da saldare (anche su quel tema si è rimasti indietro). L'intento originario era di inserire gli sgravi Irpef e Irap nel provvedimento sul lavoro, capitoli che poi sono stati scorporati. Com'è andata a finire? L'attuale versione del Jobs Act copre 1,5 miliardi di indennità di disoccupazione che sono quelli stanziati dai tempi della riforma Fornero.

Made in Italy Il premier ad agosto aveva promesso «220 milioni in tre anni per la promozione del Made in Italy». La norma è scomparsa dallo Sblocca Italia ed è stata reinserita nel ddl Stabilità. Fino al prossimo rinvio.

Sblocca Italia Da «Sbloccheremo 43 miliardi» a «risorse aggiuntive per 4,5 miliardi». Così su Repubblica a fine luglio si annunciava il meraviglioso decreto Sblocca Italia. Il primo agosto i miliardi pronti erano 3,7 ( Corriere ). Dopo l'ennesima fiducia si può dire che non viene sbloccato un bel nulla, tranne 200 milioni di deroghe al patto di stabilità interno per gli investimenti dei Comuni. I 43 miliardi si riferivano anche ai progetti cofinanziati con i fondi europei, ma del totale della programmazione 2017-2013 ne restano da spendere oltre 20.

Scuola Con l' hashtag di Twitter #labuonascuola s'è inaugurato un massiccio piano di investimenti per rimodernare gli edifici scolastici. A maggio la ministra Stefania Giannini ne approfittò per uscire dall'anonimato. «I 3 miliardi e 700 milioni serviranno per effettuare anche semplici interventi», raccontò. «Nessun sindaco avrà più il problema di non potere spendere somme che ha», chiosò Matteo. A conti fatti, si tratta di 1,094 miliardi di fondi pubblici dei quali 300 milioni in attesa di essere sbloccati nel 2015.

Spending review Due mesi e mezzo fa il primo ministro, dopo aver silurato il commissario alla spending review Cottarelli, annunciò una legge di Stabilità in cui non ci sarebbero state nuove

tasse, ma risparmi nella spesa pubblica. «I tagli saranno non per 17, ma per 20 miliardi», proclamò il 3 settembre. Le bugie hanno le gambe corte: le risorse recuperate dalla spending ammontano solo a 6-7 miliardi per il 2015.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica