Accordo sull'11 settembre. Solo ergastolo ai jihadisti

I pianificatori dell'attacco non saranno giustiziati. Vance: "Invece di ucciderli, negoziamo con loro"

Accordo sull'11 settembre. Solo ergastolo ai jihadisti
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JD Vance, il vice in pectore di Donald Trump, ha definito la faccenda «ridicola ma non sorprendente». «Abbiamo bisogno di un presidente che uccida i terroristi, non che negozi con loro», scrive su X.

Il delfino del tycoon si riferisce all'accorso pre-processuale che tre degli uomini accusati di aver pianificato gli attacchi dell'11 settembre 2001 hanno stipulato con la giustizia statunitense e che è stato reso noto dal dipartimento della Difesa americano. I dettagli dell'accordo, approvato dai funzionari del Pentagono, non sono stati ancora resi noti, ma i notiziari affermano che Khalid Sheikh Mohammed, Walid Muhammad Salih Mubarak Bin Attash e Mustafa Ahmed Adam al-Hawsawi, detenuti da anni nella base della Marina statunitense di Guantanamo a Cuba, si dichiareranno colpevoli in cambio dell'impegno dell'accusa a non chiedere la pena di morte. «In cambio della rimozione della pena di morte come possibile punizione - si legge nella lettera firmata dal contrammiraglio Aaron C. Rugh, procuratore capo per le commissioni militari e da tre avvocati del suo team, riportata dal New York Times - questi tre imputati hanno accettato di dichiararsi colpevoli di tutti i reati contestati, incluso l'omicidio delle 2.976 persone elencate nell'atto di accusa».

Insomma, un baratto giudiziario che ha il pregio della praticità perché sblocca uno stallo processuale, ma da un punto di vista simbolico una decisione molto discutibile. L'11 settembre è una ferita ancora aperta per gli americani che non dimenticano che negli attacchi di quasi 23 anni fa perirono all'incirca 3mila persone, non abbastanza vendicate con la «Guerra al terrore» e le invasioni dell'Afghanistan e dell'Iraq. Un sentimento cavalcato con la consueta disinvoltura da Vance: «Pensate solo al punto a cui siamo arrivati: Joe Biden e Kamala Harris hanno trasformato il Dipartimento di Giustizia in un'arma per colpire i loro oppositori politici, ma stringono un patto amichevole con i terroristi dell'11 settembre».

Non c'è solo Vance a indignarsi per l'accordo. I familiari delle vittime dell'11 settembre hanno dichiarato di essere «profondamente turbati da questi patteggiamenti. Riconosciamo la decisione di evitare la pena di morte, ma questi patteggiamenti non devono perpetuare un sistema di accordi a porte chiuse, in cui informazioni cruciali vengono nascoste senza dare alle famiglie delle vittime la possibilità di conoscere tutta la verità», dice il presidente di 9/11 Justice Brett Eagleson, secondo cui «se vogliamo raggiungere un accordo, dobbiamo garantire l'acquisizione delle prove essenziali in possesso di questi individui. Questi accordi non devono chiudere la porta all'ottenimento di informazioni critiche che possano far luce sul ruolo dell'Arabia Saudita negli attacchi dell'11 settembre.

La nostra ricerca di giustizia non si fermerà finché non verrà rivelata la verità completa e non verrà fatta giustizia per le vittime e le loro famiglie». Tra i tre prigionieri, nelle mani degli Usa dal 2003, c'è anche Khalid Sheinkh Mohammed, considerato il vero ideatore degli attentati che sconvolsero il mondo.

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