Sulla strada di Joe Biden verso il secondo mandato ecco le nuove grane giudiziarie del suo scapestrato first son Hunter. Un agente speciale del fisco Usa ha sostenuto davanti alla commissione di sorveglianza della Camera che Hunter e le sue società finanziarie hanno ricevuto oltre 17 milioni di dollari all'estero in diversi anni, a partire da quando il presidente era il vice di Obama. Somme provenienti da Cina, Romania e Ucraina, Paese quest'ultimo da dove sarebbero arrivati 7,3 milioni di dollari dalla compagnia energetica Burisma, nel cui cda sedeva Hunter a 50mila dollari al mese pur senza avere alcuna competenza nel settore. Joseph Ziegler, questo il nome della talpa dell'Irs che si è identificato come un gay democratico, ha rivelato inoltre l'esistenza di schemi di pagamento poco chiari da parte di Hunter. Un'informazione che la deputata trumpiana Marjorie Taylor Greene ha colto per inscenare un siparietto mostrando foto del figlio di Biden nudo mentre fa sesso con una serie di donne e accusandolo di aver pagato prostitute con i soldi del suo studio legale e di averle fatte arrivare a Washington trasgredendo una legge del 1901 che vieta il trasporto di una persona da uno Stato all'altro a scopo sessuale.
La Commissione, controllata dai repubblicani, ha sentito anche Gary Shapley, supervisore di Ziegler, che ha denunciato intromissioni del dipartimento di Giustizia, dell'Fbi e dello stesso Irs, sostenendo che molte decisioni nel caso sono state influenzate dalla politica e che gli investigatori del fisco avevano raccomandato di incriminare Hunter con accuse più gravi di quelle per le quali ha raggiunto un accordo con il pubblico ministero.
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