Ercole Viri è stato confermato sindaco di Affile con il 55% dei voti. Il primo cittadino della città laziale condannato, nel novembre dell'anno scorso, in primo grado a 8 mesi per apologia del fascismo dopo che aveva intitolato un sacrario-museo al generale fascista Rodolfo Graziani, si è preso oggi una sua personale rivincita.
Il sacrario, inaugurato nel 2012, divenne subito un caso nazionale, contro il quale si mobilitò tutta la sinistra e l'Anpi, che promosse la causa in tribunale. Dopo cinque anni, è arrivata condanna da parte del Tribunale di Tivoli, che Viri bollò come "sentenza politica" e promise: "Alle prossime comunali mi ripresento, prenderò l’80%". Si è feemato al 55% ma tanto è bastato per essere rieletto. "Gli affilani mi hanno premiato ancora una volta. E sono contento. Evidentemente sono soddisfatti del mio lavoro e, vivendo quotidianamente la vicenda che mi coinvolge, sanno che si tratta di una questione prettamente politica", ha commentato Viri. "È stata ed è una condanna politica, - attacca - lo sapevamo. Adesso andiamo in appello e poi, nel caso, in Cassazione che emetterà la sentenza definitiva e sono certo sarà a noi favorevole".
E il sacrario? "La struttura non è stata sequestrata o altro, quindi continuerò ad utilizzarla per eventi o iniziative. E poi è un museo e i musei raccontano la storia e basta. La sentenza non ha cambiato nulla, perché nulla c’era da cambiare".
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