Nomine in alto mare per l'AgCom e il Garante della Privacy. Non ci sono ancora novità sul rinnovo dei vertici delle due importanti autorità di garanzia dello Stato.
I componenti delle Authority, scaduti da mesi, stavano continuando a operare in un regime speciale di proroga. Il termine massimo di questa condizione sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre 2019, cioè ieri.
Con l'arrivo del 2020 la situazione resta in fase di stallo. Sia chiaro, non è certo questa la prima volta che i vertici di un'autorità vengono prorogati al termine della loro scadenza. Anzi: molto probabilmente non sarà nemmeno l'ultima. Basti pensare che per trovare la quadra all'Arera (ovvero l'Autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente), l'ex presidente Guido Bortoni ha dovuto aspettare ben 5 mesi – dalla data di scadenza del febbraio 2018 al luglio dello stesso anno – prima che venisse nominato il nuovo collegio guidato da Stegano Basseghini.
Eppure, nonostante i precedenti, da più parti filtra preoccupazione per il continuo e sfiancate rimandare delle decisioni. Il Capo dello Stato Sergio Mattarella e una parte dell'opposizione, ad esempio, hanno più volte espresso apprensione per uno scenario vago e non definito.
Lo scorso 15 novembre lo stesso presidente dell'AgCom, Angelo Cardani, polemizzava sulla sua condizione, dichiarando di di essere “scaduto come uno yogurt da parecchi mesi”. “Ho pregato la sottosegretaria Liuzzi che questa situazione imbarazzante abbia termine. Questa prorogatio sine die avvilisce, svuota di contenuti e mortifica sia l'AgCom che i suoi funzionari”, tuonava ancora lo stesso Cardani.
Ma il presidente dell'AgCom si era addirittura spinto oltre, chiedendo al mondo della politica di coprire il prima possibile un vuoto pericoloso: “La classe politica trovi un accordo per andare avanti in maniera coerente, importante per garantire un futuro forte all'indipendenza dell'autorità, ancora di più dove ci sono forti interessi in gioco”.
Situazione di stallo e nomine congelate
Da quello sfogo è passato più di un mese ma da allora niente è cambiato: zero nomine. Il governo giallorosso e il Parlamento non hanno raggiunto alcuna intesa per porre fine all'impasse. Non solo: in attesa di un accordo politico la situazione di stallo si protrarrà fino a fine marzo 2020, proprio come previsto dal decreto Milleproroghe.
Ricordiamo che il presidente e i tre componenti del Garante della Privacy hanno formalmente terminato il loro mandato settennale il 19 giugno 2019, cioè oltre sei mesi fa. I quattro, pur con un campo d'azione ridotto, sono rimasti in carica fino a Capodanno a causa di un decreto di proroga datato 7 agosto. I quattro commissari e il presidente dell'AgCom, invece, dovevano salutare il 24 luglio.
Entrambi i vertici sono stati prorogati "senza poteri" dal momento che fino all'ultimo giorno del 2019 potevano gestire solo l'ordinaria amministrazione o
prendere decisioni “urgenti e indifferibili”. Per il resto, mani legate o quasi. A meno di un'intesa oltre ogni tempo limite, questo scenario potrebbe protrarsi per altri due mesi abbondanti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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