Agnelli, battaglia a colpi di rogatoria. Ma la procura vuole chiudere in fretta

L'inchiesta non è conclusa, si scava sul presunto giro di fondi neri. La convinzione che Marella vivesse in Italia

Agnelli, battaglia a colpi di rogatoria. Ma la procura vuole chiudere in fretta
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Una inchiesta che non è ancora conclusa, e una faida familiare cui forse è troppo tardi per porre rimedio. È questo, a tre giorni dal sequestro da parte della Procura di Torino di 74,8 milioni di euro a John Elkann e ai suo fratelli Lapo e Ginevra, il quadro dell'indagine per truffa allo Stato e frode fiscale a carico dei tre eredi di Gianni Agnelli e dei loro commercialisti di fiducia, Gianluca Ferrero e Urs von Grueningen. Mentre gli Elkann cercano di correre ai ripari, la Procura di Torino continua a scavare, convinta che non tutto sia stato ancora portato alla luce nel complesso giro di fondi neri accumulati dall'Avvocato nel corso della sua lunga vita e lasciato dopo la sua morte delle mani della moglie Marella Caracciolo.

Gli inquirenti torinesi indagano ormai da oltre un anno, e sono convinti di avere raccolto ormai prove a sufficienza della tesi che tiene insieme l'intero fascicolo: Donna Marella nei suoi ultimi anni non viveva in Svizzera, come sostengono i suoi nipoti, ma stabilmente in Italia. Su questo punto l'indagine è sostanzialmente chiusa, testimonianze e documenti dimostrano secondo i pm che la abitazione della vedova Agnelli per la maggior parte dell'anno era quella di Strada San Vito Revigliasco, a Torino.

Nonostante questa certezza, i pm coordinati dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio non sono ancora pronti a chiudere l'inchiesta e mandare gli Elkann e i loro coimputati sotto processo. Gli inquirenti stanno cercando di capire ancora qualcosa, anche sulla base di rogatorie che si stanno scontrando con la opposizione del presidente di Stellantis e dei suoi fratelli. Ma la Procura di Torino non vuole nemmeno tirare l'inchiesta troppo in lungo, se le risposte non arriveranno in tempi ragionevoli i pm intendono comunque tirare le fila, convinti di avere elementi a sufficienza per processo e condanna.

In questa situazione non facile, John e i suoi fratelli starebbero cercando di tentare una mediazione nello scontro frontale con la madre Margherita Agnelli, attuale signora de Pahlen. Il timore dei tre Elkann è chiaro: se nel processo penale viene dimostrato che la residenza elvetica della loro nonna Marella era fittizia, questo rischia di condizionare l'esito dello scontro per la spartizione della gigantesca eredità in corso con la madre davanti sia alla giustizia italiana che a quella svizzera.

Nella loro battaglia con la madre, i tre Elkann hanno sempre avuto al loro fianco la nonna Marella.

Anzi è stata Marella nel 2016, tre anni prima di morire, quando era già molto malata, a firmare la «domanda giudiziale» davanti alla giustizia svizzera per fare accertare che Margherita non aveva più nulla da pretendere, avendo firmato con lei nel 2004 un patto successorio, accettando cioè di uscire dall'asse ereditario con una colossale buonuscita. Da quel momento in poi, i ponti nella Dinasty di Villar Perosa si sono definitivamente rotti: e appare difficile ricostruirli adesso che Margherita vede il trionfo a portata di mano.

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