Milano - «Eravamo all'oscuro di tutto, purtroppo»: è sotto choc Corrado Bianchessi, direttore del personale della società Autoguidovie. Non sapevano sul posto di lavoro che Ousseynou Sy, il 47enne di origini senegalesi con cittadinanza italiana che ieri ha dirottato un autobus con a bordo 51 ragazzini a San Donato Milanese, avesse precedenti per guida in stato di ebbrezza e violenza sessuale. Un passato che per un autista di bus che per di più accompagna una scolaresca non dovrebbe essere ignorato.
La Procura di Milano accusa Sy di strage, sequestro di persona, incendio e resistenza. Gli contesta l'aggravante della finalità di terrorismo. L'inchiesta è coordinata dai pm Alberto Nobili, a capo del pool anti terrorismo, e Luca Poniz. I pm svolgono accertamenti anche per capire, appunto, come l'uomo abbia potuto ottenere le autorizzazioni a condurre un mezzo pubblico. A suo carico è emersa una condanna a un anno di carcere, sospesa, per violenza sessuale. Al momento dell'assunzione il procedimento penale era in corso, la condanna è diventata definitiva nel 2018. L'attentatore ha riportato ustioni a un braccio ed è stato portato all'ospedale Niguarda. Non si è ferito gravemente. In serata è stato interrogato in Procura. «Ha ammesso la premeditazione - ha sottolineato Nobili -, di aver ponderato da giorni. Ha detto di aver fatto tutto da solo, per esasperazione contro l'attuale situazione migratoria». Non solo: «Aveva già registrato un video con il proprio viso e la propria voce. Lo aveva diffuso tra amici anche in Senegal, per dire: Africa sollevati. Non venite più in Europa. Nello stesso tempo voleva punire l'Europa per la politica sull'immigrazione». Il filmato è su Youtube e già ieri mattina una serie di persone lo avevano visto. Annunciava un'azione eclatante, ma non un attentato. Poi Sy ha cercato di sminuire ciò che ha fatto: «Ha detto che voleva fare un gesto dimostrativo e arrivare dentro l'aeroporto di Linate, prendere un aereo per scappare in Senegal. Voleva che tutto il mondo parlasse di lui. Sostiene che senza l'intervento dei carabinieri nessuno si sarebbe fatto male». Secondo gli inquirenti, l'uomo non è legato ad alcun contesto radicalizzato o di stragismo islamico. «Sembra un lupo solitario. Non ha parlato di Isis né di propaganda islamica», ha aggiunto Nobili. «Non ne potevo più di vedere i bambini sbranati dagli squali nel Mediterraneo», ha dichiarato il 47enne ai pm. Ha ammesso di aver portato con sé un coltello da cucina. Alcuni bambini hanno detto di aver visto il calcio di una pistola, che però non è stata trovata. L'indagato nega di averla avuta. «È stato un miracolo dei carabinieri, poteva essere una strage», ha dichiarato il procuratore Francesco Greco. Saranno sentiti, oltre ai ragazzini coinvolti, anche i tre accompagnatori che erano sul mezzo. Sono due insegnanti e una collaboratrice scolastica. La casa di Sy a Crema è stata perquisita. Il Viminale intanto è al lavoro per togliere all'uomo la cittadinanza italiana.
La preside della scuola Vailati di Crema, Cristina Rabbaglio, tira un sospiro di sollievo: «Per fortuna i ragazzi stanno bene. Ci siamo insospettiti intorno alle 11, quando non sono rientrati dalla palestra esterna cui ci appoggiamo.
Gli accompagnatori non rispondevano al cellulare. Poi uno di loro è riuscito ad aprire il telefono e sentivamo le urla degli alunni. Abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di molto grave e chiamato le forze dell'ordine».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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