Il processo di disinflazione procede secondo i piani, ma non è ancora possibile rilassarsi. I banchieri centrali dovrebbero tenersi pronti a eventuali imprevisti collegati ai focolai di guerra e all'instabilità politica. Questo è, in sintesi, il contenuto dell'intervento del governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel corso di un evento a Helsinki organizzato dalla banca centrale finlandese. A oggi la stabilizzazione dei prezzi sembra a portata di mano e per raggiungere l'obiettivo del 2% «è solo questione di tempo», perciò bisogna avere pazienza. «Il processo di disinflazione è ormai ben avviato» ha osservato il governatore, membro del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. L'inflazione è scesa da un picco del 10,6% ad ottobre 2022 al 2,6% nel maggio scorso e la velocità della discesa è stata senza precedenti». Uno dei rischi che l'area dell'euro può incontrare nel medio termine, tuttavia, «è un'altra ondata di choc geopolitici. Ormai è chiaro che gli scontri diplomatici e militari tra Paesi possono avere effetti drammatici su commercio, flussi di capitale, crescita e prezzi», ha aggiunto il governatore. «Le banche centrali dovrebbero essere pronte ad affrontare le conseguenze di tali shock, se e quando si materializzeranno. Ciò implica la disponibilità a utilizzare l'intera gamma di strumenti a loro disposizione per aggiustare l'orientamento monetario».
Ma se sul fronte globale - si pensi a quanto avviene in Ucraina e in Medio Oriente - ormai si convive con potenziali rischi da almeno due anni, il post elezioni europee ha portato in dote un'altra possibile instabilità per l'Eurozona e i suoi prezzi: quella politica. Due esempi accertati sono la Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha indetto a sorpresa le elezioni che si terranno tra pochi giorni, e gli Stati Uniti dove il prossimo novembre si svolgeranno le presidenziali. «Alcune delle maggiori economie mondiali hanno eletto o eleggeranno i loro leader nel 2024 - ha proseguito il numero uno di Bankitalia - e il ricambio politico si traduce fisiologicamente in incertezza politica: famiglie e investitori devono farsi un'idea di come i governi entranti gestiranno molte decisioni economiche e politiche critiche». Difficile, già ora, immaginare quanto e come eventuali ribaltoni politici possano influire sull'inflazione: l'incertezza, infatti, potrebbe anche sparire senza conseguenza. Tuttavia, è anche vero che può «innescare deflussi di capitale e deprezzamenti valutari, creando pressioni al rialzo sui prezzi.
Ma potrebbe anche scuotere la fiducia e indebolire la domanda, arrestando o addirittura invertendo la fragile ripresa a cui abbiamo assistito finora. In breve, sappiamo di non sapere». Insomma, non è ancora giunto il tempo per rilassarsi.
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