Continuano a crescere i casi di Covid nel Regno Unito, dove ieri si è registrato il nuovo record di contagi giornalieri: 45.140. Un numero elevatissimo, se si pensa che il record italiano, registrato nel corso del boom autunnale dello scorso anno, sono i 40.902 del 13 novembre 2020. I contagi settimanali superano quota 300mila, con un aumento del 15,1 per cento rispetto alla settimana precedente. Per quanto riguarda i decessi, sabato si è registrata la morte di 57 persone risultate positive al Covid negli ultimi 28 giorni, con il totale dei decessi in una settimana che arriva 852, anche qui con un aumento dell'8,5 per cento rispetto alla settimana precedente. Sono 915 i pazienti che sono stati ricoverati ieri in ospedale, secondo i dati diffusi dalle autorità britanniche.
Numeri che non sembrano preoccupare le autorità, che non sembrano minimamente intenzionati a imporre nuove limitazioni alla circolazione e alle attività, e che anche i principali mezzi di comunicazione vivono con un certo distacco, ma che invece angosciano la comunità medica. Il personale degli ospedali avverte che i Pronto soccorso «sono sull'orlo del baratro», con i pazienti costretti ad aspettare nelle ambulanze, fuori dagli ospedali, anche oltre undici ore. Secondo la Association of Ambulance Chief Executives (Aace), ogni servizio di ambulanza nel Paese è al momento al massimo livello di allerta.
«Siamo estremamente preoccupati del livello senza precedenti di ritardi, che si stanno verificando nel Regno Unito, nel trasferimento dei pazienti in ospedale», ha dichiarato Martin Flaherty, direttore della Aace. Le linee guida nazionali prevedono un massimo di 15 minuti per il trasferimento dall'ambulanza al reparto ospedaliero, ma da agosto ormai si verificano code anche di 20 ambulanze all'ingresso dei Pronto soccorso.
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