Almasri, via all'inchiesta: è partita la caccia a Nordio. Il 25 il voto sulla sfiducia

Il giallo sui documenti richiesti al ministero. Il Guardasigilli sempre più nel mirino

Almasri, via all'inchiesta: è partita la caccia a Nordio. Il 25 il voto sulla sfiducia
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I magistrati puntano dritto su via Arenula. Il Tribunale dei ministri mette nel mirino il Guardasigilli Carlo Nordio per l'affaire Almasri, il capo della polizia giudiziaria libica, arrestato, scarcerato e rimpatriato dall'Italia. Si procede per omissione in atti d'ufficio, reato che tra l'altro non compariva nella denuncia consegnata da Luigi Li Gotti nelle mani del capo della Procura di Roma Francesco Lo Voi.

È Nordio il vero bersaglio dell'offensiva giudiziaria. Due giorni fa, il Tribunale dei ministro ha disposto l'acquisizione degli atti in via Arenula, sede del ministero della Giustizia, in Corte d'appello e alla procura generale di Roma. I riflettori sono puntati sulla bozza, preparata dagli uffici del ministero e mai consegnata alla Corte di Appello di Roma, che avrebbe sanato l'irritualità dell'arresto di Almasri. E dunque, l'ipotesi di reato è omissione. In più c'è il giallo di documenti che sarebbero stati chiesti al ministero dalla Procura ma di cui Nordio non sarebbe a conoscenza. Il prossimo passo dei magistrati sarà la richiesta al Parlamento dell'autorizzazione a procedere. Nordio è deputato Fdi, la documentazione finirà sul tavolo della giunta per le autorizzazioni della Camera presieduta da Devis Dori di Avs. Quella di Nordio è la posizione più delicata su cui i pm potrebbero spingere il piede sull'acceleratore. Ma c'è anche un altro reato (non scritto nel codice penale) di cui risponde Nordio: lesa maestà. Il ministro della Giustizia è il vero bersaglio di un'offensiva senza precedenti. Una macchina da guerra che mette insieme toghe rosse, giornali giustizialisti e sinistra. Di cosa è accusato Nordio? Aver rotto un tabù. Da ex magistrato, vuole riformare la giustizia. Il ministro ha messo le mani nella separazione delle carriere, nelle intercettazioni, nel Csm. Tutti terreni minati. Fortini presidiati dalle toghe rosse. Nordio ha portato a casa l'abolizione dell'abuso d'ufficio, sta mettendo a segno la riforma sulle intercettazioni e spera di completare l'iter sulla separazione delle carriere. Inevitabile il fuoco: trappole, inchieste, mozioni di sfiducia e scioperi. La caccia grossa è aperta. In occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario i magistrati sono usciti dall'Aula al Palazzo di Giustizia di Napoli non appena Nordio ha preso la parola. Non si vedeva dai tempi di Berlusconi. Le toghe rosse sventolano in ogni occasione la Costituzione. La stampa (di sinistra) è il miglior alleato delle toghe militanti nella campagna contro Nordio. Il Fatto Quotidiano si è inventato la storia (svelata dal Giornale) della telefonata finita per imbastire un pezzo sul dentista di Nordio beneficiato dalla cancellazione dell'abuso d'ufficio. Un livello mai raggiunto prima. L'opposizione non perdona nulla al ministro.

Ora Pd, M5s e Avs hanno presentato una mozione di sfiducia contro il Guardasigilli che si voterà il 25. Calenda si è sfilato. Gli attacchi politici non si fermano.

Anche sul presunto viaggio (non confermato) del capo dell'Aise Giovanni Caravelli in Libia le opposizioni chiedono conto a Nordio. Chi lo fa? Il partito di Matteo Renzi (che un tempo invitava Nordio alla Leopolda). E infine, l'indagine del Tribunale dei ministri che sembra prendere di mira soprattutto l'ex collega.

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