Missili e corruzione sull'asse Mosca-Kiev. La guerra sta diventando sempre più di nervi oltre che di armi, come dimostra l'improvvisa decisione del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy di licenziare i capi di tutti i centri di reclutamento militari regionali dell'Ucraina. Troppo forte il timore, rafforzato dalle indagini dell'Intelligence, di atteggiamenti non lineari, proprio mentre gli attacchi missilistici russi non si fermano e la Casa Bianca decide di fornire, tramite il congresso, altri miliardi a Kiev.
Ma andiamo con ordine. Al termine della riunione del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale sul controllo dei centri di reclutamento territoriale, Zelenskyy ha annunciato di aver sollevato tutti i commissari militari regionali. «Questo sistema dovrebbe essere gestito da persone che sanno esattamente cos'è la guerra, perché cinismo e corruzione durante la guerra sono alto tradimento», ha detto, proseguendo le cosiddette «purghe» che sono iniziate da tempo sia nel suo entourage che in alcune caselle del governo ucraino. «Arricchimento illegale, legalizzazione di fondi ottenuti illegalmente, profitti illeciti, trasporto illegale attraverso la frontiera di coscritti. La nostra soluzione: licenziamo tutti i commissari militari», ha annunciato su Telegram. Ma non è tutto, perché il valzer di poltrone toccherà anche il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, già toccato nel febbraio scorso da scandali di corruzione. Uno dei sostituti potrebbe essere il numero uno dell'intelligence militare, Kyrilo Budanov.
I problemi di numeri al fronte, aggravati dalle alte perdite della controffensiva, iniziano a pesare. La guardia di frontiera statale ha fermato diversi individui che tentavano di lasciare il Paese, apparentemente per evitare la coscrizione. Secondo il Guardian, a Odessa le guardie di frontiera hanno trovato due ucraini in età militare nascosti in uno scompartimento segreto sotto il sedile del passeggero di un veicolo. Avevano pagato a due moldavi 4.500 dollari ciascuno per portarli oltre il confine. Nel distretto di Berehove, nell'oblast occidentale, le autorità hanno fermato un veicolo su cui viaggiavano sei uomini in età militare. Due hanno affermato di agire come trafficanti e avevano accettato di aiutare gli altri quattro ad attraversare il confine con la Romania per un compenso di 4mila dollari ciascuno. In Ucraina, agli uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni è stato proibito di lasciare il Paese, nel caso fossero necessari nella lotta contro l'invasione russa.
Il «repulisti» di Kiev arriva proprio mentre Washington prepara una doppia mossa. Da un lato annuncia che i sei piloti ucraini che si stanno addestrando per utilizzare gli F-16 non saranno pronti prima di un anno: dovranno seguire un corso nel Regno Unito della durata di quattro mesi, per poi passare all'addestramento da combattimento. Dall'altro la Casa Bianca ha chiesto al Congresso di stanziare altri 24 miliardi di aiuti all'Ucraina. Si sommano ai 113 miliardi già inviati dall'inizio della guerra.
E il portavoce dell'intelligence militare, Andriy Yusov, prova a spostare il pericolo a Mosca: «Date le dinamiche degli ultimi mesi, il numero, la geografia e l'intensità, sarebbe logico ipotizzare un aumento degli attacchi
quotidiani. Il concetto di sicurezza è sempre più distante dai residenti di Mosca e il mondo intero continua a vedere che il sistema di difesa russo è inefficace, obsoleto e non può rispondere adeguatamente alle sfide moderne».
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