Dal nostro inviato a Roma
Le multiformi stagioni della vita di Arianna Meloni conoscono una nuova tappa. Anche la sorella-consigliera della premier rompe un sottile tetto di cristallo ad Atreju, la kermesse politica al Circo Massimo di Roma che sublima l'era governativa di una classe politica nata di opposizione e finita a guidare il Paese.
Arianna gestisce come una sacerdotessa del melonismo questa rassegna dove si avvicendano ad ogni ora cariche dello Stato e ministri, intellettuali e volti televisivi. Strette di mano e selfie, baci sulla guancia e complimenti. Si allontana al cellulare. Si percepisce sullo sfondo una conversazione di famiglia sulla festa di Natale. È Giorgia, vero? E lei risponde con un sorriso muto.
Ha appena concluso la tavola rotonda sulle donne dove ha gridato la sua indignazione per il linciaggio mediatico di Report contro l'ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini. «Mandare in onda una telefonata privata tra una coppia di coniugi in difficoltà è violenza» si è accalorata sul palco tra gli applausi. E, da sinistra, le ha dato ragione in collegamento l'attivista Lgbt ed ex parlamentare Pd Anna Paola Concia che ha rimarcato il solito silenzio da sinistra quando una donna di destra viene offesa e bullizzata.
C'è da credere che questo «tetto di cristallo» da frantumare ogni giorno diventerà un elemento continuativo di battaglia politica. «Io femminista?» pensa un momento. E ci fa accomodare nell'ufficetto della sala vip presidiato dal fidatissimo deputato Francesco Filini.
È vestita con molta semplicità, maglia bianca girocollo di cotone con bottoni dorati sulle maniche, pantaloni rossi e sneakers bianche. Risponde senza esitazioni: «Certo che non mi offendo se mi danno della femminista, ma femminista di destra, anzi femminista che innanzitutto privilegia il merito delle persone». E motiva il concetto: «Ho sempre cercato di lavorare considerando la storia di Giorgia. Lei ha rotto il tetto di cristallo con il merito, senza aiutini. Ed entrambe riconosciamo che esiste un gender gap, ma preferiamo lavorare per annullare ogni tipo di differenze. Portare tutti allo stesso piano, ricchi, poveri, disabili per consentire una competizione paritaria tra i più meritevoli. Ecco, la cultura del merito contro quella del piagnisteo».
Quasi richiamo alle origini di una destra sociale che ora si è fatta destra nazionale di governo. Arianna non si nasconde: «Abbiamo sempre avuto una visione solidarista, molto più di una certa sinistra che non lo è per nulla».
Come responsabile della segreteria politica Fdi, non dimentica gli svantaggi strutturali della condizione femminile. «Credetemi, noi donne abbiamo i super poteri. Lavoriamo, seguiamo i figli, la casa. Ecco, sì, multitasking. È una sconfitta per tutte quando una donna che ha fatto studi importantissimi si trova costretta a lasciare il mondo del lavoro per impegni familiari».
Anche Arianna denuncia senza ipocrisie un certo maschilismo strisciante, vissuto sulla propria pelle nella vita di partito. «Ci fanno credere che siamo inferiori, ci fanno battutine, ci guardano dall'alto al basso, fanno insinuazioni come abbiamo raggiunto i nostri risultati» mormora a voce bassa. Ancora adesso le bruciano, come sorella, alcune delle più clamorose offese sessiste rivolte negli anni a Giorgia Meloni, da Asia Argento al governatore Vincenzo De Luca. «Giorgia ci ha insegnato che ci si può difendere da sola. Il bullo avanza finché non viene fermato» ricorda con amarezza.
Con la svolta di Atreju, Arianna andrà a riempire qualche vuoto nella lotta per la difesa e tutela delle donne italiane. «Le stesse donne devono fare squadra, non rinchiudersi in un recinto e guardarsi in cagnesco. Ma il vero obiettivo è raggiungere l'equità per tutti e tutte. Essere liberi di realizzarsi e sprigionare energie positive per la crescita del Paese, senza disparità e violenze di qualsiasi tipo».
La macchina di Atreju inghiotte subito Arianna dopo la breve assenza per questa conversazione con ilGiornale. Certo, quella telefonata per organizzare il pranzo del 25 dicembre, a casa di chi, i cibi da portare. Sapeva tanto di un affare domestico tra donne multitasking.
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