«Salvare e rilanciare l'industria automotive europea», con pragmatismo e consapevolezza. Un impegno che unisce quella parte politica responsabile, insieme al mondo imprenditoriale, uniti nell'obiettivo di spazzare via norme e visioni ideologiche i cui effetti deleteri già sono tangibili, mettendo a rischio migliaia di occupati. Ma bisogna fare presto per scongiurare il crollo del «sistema auto».
Ecco allora l'Italia porsi in prima linea con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che dal Forum Ambrosetti di Cernobbio, avverte la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, sull'inderogabilità di anticipare la clausola di revisione della normativa che fissa al 2035 il bando dei motori endotermici a favore del «tutto elettrico».
«Due anni nell'incertezza non li può sostenere nessuno - l'avvertimento di Urso -: non si può seguire la follia ideologica e quasi religiosa del tutto elettrico. È cruciale anticipare l'esecuzione delle clausole di revisione del regolamento sulle auto green. Bisogna decidere ora, all'inizio della nuova legislatura, anticipando la decisione prevista nel 2026. Il rischio è di portare al collasso l'industria dell'auto».
Un pressing, quello italiano, con in campo il governo e i deputati eletti in Europa che sposano questa linea, come Isabella Tovaglieri (Lega), componente della Commissione industria ed energia: «Le fabbriche iniziano a chiudere, a licenziare e a delocalizzare la produzione in Paesi extra Ue, come la Cina, dalla quale presto saremo costretti a importare gli stessi veicoli a prezzi maggiorati a causa dei dazi imposti, seppur tardivamente, dalla Commissione Ue».
Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d'Italia, sottolinea, invece, come «nelle Commissioni e in aula a Bruxelles, se su alcuni provvedimenti ci dovesse essere una deriva ideologica, proprio sui temi del green, ma anche altro, per la prima volta esiste la possibilità di creare una maggioranza alternativa che vada dal Ppe verso destra; resta da capire se la nuova Commissione Ue vorrà prendere atto di questa realtà mutata nei numeri parlamentari». «Al suo interno, infatti - spiega l'eurodeputato Fidanza - ci sono diversi nuovi commissari espressi da governi di centro-destra. C'è l'impegno palesato dalla presidente Ursula von der Leyen, pur chiedendo il sostegno dei Verdi, sulla neutralità tecnologica che, però, ha declinato solo sui carburanti sintetici, come da richiesta tedesca. Da parte nostra, lo sforzo massimo consisterà nel riaprire la partita dei bio-carburanti e, in generale, la filiera del gas naturale».
A completare l'accerchiamento, inoltre, sarà l'operato di Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo economico della Regione Lombardia, che dalla fine di novembre sarà a capo dell'Alleanza tra le Regioni europee dedicata all'automotive. «Piena neutralità tecnologica in questa transizione: bio e carburanti sintetici per una pluralità di trazione, salvaguardando sempre gli aspetti economici e sociali. In pratica, tutto ciò che può permettere di raggiungere con pragmatismo una mobilità a impatto zero», così Guidesi sintetizza gli obiettivi prioritari dell'Alleanza. Passaggio di consegne e insediamento avranno come sfondo l'Autodromo di Monza.
Intanto, dalla «Festa del Fatto Quotidiano», anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, non usa mezzi termini: «Sull'automotive rischiamo la débâcle, gli occupati del settore rappresentano
l'11% dei lavoratori europei. Lo stop al motore endotermico nel 2035 mette a rischio il lavoro di 70mila persone. Si deve agire subito, entro novembre, per salvaguardare la neutralità tecnologica e il know how dei Paesi».
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