Morto Salmond, ex premier di Scozia

Aveva lottato per l'indipendenza

Morto Salmond, ex premier di Scozia
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È crollato dopo aver finito un discorso in Macedonia del Nord. Un pezzo di storia di Scozia se n'è andato ieri con la morte di Alex Salmond, ex primo ministro della «nazione» più a nord del Regno Unito dal 2007 al 2014. Ex esponente dello Scottish National Party, il partito nazionalista scozzese, Salmond era il leader che era riuscito a ottenere nel 2014 il referendum per l'indipendenza, di cui era un fermo sostenitore, ma che poi si dimise per aver perso la scommessa (vinse il no con il 55% dei voti), con il leader che tanto si era speso per la causa che decise di lasciare il posto alla sua vice Nicola Sturgeon.

Artefice dei principali successi elettorali dell'Snp, capace di strappare decine di seggi ai Laburisti, storicamente forti in Scozia ma costretti a cedere potere ai nazionalisti grazie alla capacità di Salmond e dei suoi di convincere gli elettori, l'ex first minister diventò leader del partito indipendentista nel 2004, riuscendo nella zampata di afferrare la maggioranza al Parlamento di Holyrood nel 2007, appena pochi anni dopo quella devolution voluta dall'ex primo ministro britannico laburista Tony Blair.

Figura controversa e comunicatore potente, come la ha definito la Bbc, Salmond ha vissuto duramente gli ultimi anni e non per ragioni politiche. Nel 2018, infatti, l'ex leader scozzese decise di lasciare il partito dopo le accuse di molestie sessuali arrivate da dipendenti dell'Snp. Fu allora che fondò un nuovo partito chiamato Alba. Nel 2020, dopo un processo, fu totalmente scagionato dalle accuse ma non rientrò nell'Snp.

Per Anas Sarwar, leader del partito laburista scozzese, «la triste notizia della scomparsa di Alex Salmond sarà uno shock per tutti coloro

che lo conoscevano in Scozia, nel Regno Unito e oltre». Sanwar lo ha descritto come «una figura centrale nella politica da oltre tre decenni e il suo contributo al panorama politico scozzese non può essere sopravvalutato».

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