Bangladesh, il Nobel per la pace a capo del governo

Yunus ha accettato il ruolo ad interim dopo la fuga in India del primo ministro Hasina

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Il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus ha accettato di guidare con il titolo di «consigliere capo» il governo ad interim del Bangladesh. A darne notizia è il quotidiano locale Daily Star, citando fonti attendibili, all'indomani delle dimissioni della premier Sheikh Hasina che si è rifugiata in India. «Quando sono stato contattato a nome degli studenti, all'inizio non ero d'accordo. Ho detto loro che avevo molto lavoro da fare. Ma gli studenti hanno insistito», ha dichiarato Yunus alla fonte citata dal giornale. «Ho anche considerato che questi studenti avevano protestato così tanto, dovevano pagare così tanto per questo», ha commentato il fondatore della Grameen Bank, Premio Nobel per la pace 2006. «Se gli studenti possono sacrificarsi così tanto, se la gente del paese può sacrificarsi così tanto, allora anch'io ho una certa responsabilità. Quindi ho detto loro che posso assumermi questa responsabilità».

«Molte persone - hanno affermato gli studenti rivolgendosi a Yunus - hanno perso la vita in questo movimento e molti studenti e gente comune sono stati uccisi. Ora il Bangladesh ha l'opportunità di governare il paese in modo corretto. Ed è possibile solo se ci si assume la responsabilità. Se non si accetta di assumersi responsabilità, questo non sarà positivo per nessuno di noi».

«Abbiamo deciso che il governo ad interim sarà formato dal vincitore del Premio Nobel, il dottor Muhammad Yunus, che gode di fama internazionale e di ampio riconoscimento, in qualità di consigliere senior, vale a dire leader», ha annunciato in un video Nahid Islam, a capo del collettivo Studenti contro la discriminazione. Ieri, in un discorso alla nazione trasmesso dalla tv di stato, il capo dell'esercito del Bangladesh, il generale Waker-Uz-Zaman, ha annunciato le dimissioni del primo ministro Sheikh Hasina, 76 anni, salito al potere nel 2009.

Ha anche annunciato l'imminente formazione di un governo da parte dell'esercito. Anche dopo le dimissioni e la fuga del primo ministro Sheikh Hasina, il Bangladesh resta immerso nella violenza con scontri e disordini nelle strade che hanno portato il bilancio totale delle vittime a oltre 400 morti.

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