La prima Pasqua del premier Mario Draghi nella «sua» Città della Pieve è un ritorno alle origini, con la partecipazione alla messa pomeridiana nella Concattedrale dei Ss. Gervasio e Protasio celebrata - come consuetudine il giorno di Natale e quello di Pasqua - dal vescovo della diocesi, che per l'appunto è anche il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti.
Dopo una giornata in famiglia, nel suo casale nel borgo al confine tra Toscana e Umbria, il presidente del Consiglio ha assistito alla celebrazione come un semplice fedele, come fa spesso quando si trova a Città della Pieve. Insieme alla moglie e alle due nipotine, si è seduto tra le ultime file, osservando rigorosamente il protocollo anti-Covid. Una presenza discreta, quella di Draghi, della quale nemmeno il cardinale Bassetti era informato. Tanto che lo ha salutato all'inizio dell'omelia, intervenendo «a braccio». «Voglio mandare un indirizzo di saluto e assicurare le nostre preghiere al presidente del Consiglio, che è un nostro concittadino ha detto il card. Bassetti -. In questo momento chi ha qualche responsabilità, e ne sa qualcosa anche il sottoscritto, ha bisogno di tante preghiere». Al termine della messa, Mario Draghi ha lasciato il duomo per fare ritorno nella sua abitazione.
Nessun incontro privato tra il premier e il cardinale Bassetti. Ma la partecipazione alla messa, il saluto e la preghiera per il compito da svolgere, segnano il profondo legame che unisce Palazzo Chigi ai vertici della Cei.
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