Dall'inizio dell'epidemia i cittadini sono stati bombardati da informazioni contrastanti. Ora il manifesto firmato da dieci illustri scienziati nel quale si afferma che il nostro Paese è fuori dall'emergenza ha riacceso le polemiche. Tra i firmatari anche Giorgio Palù, past president della Società europea di virologia e professore emerito di Microbiologia dell'università di Padova.
Professore la scienza si divide e i cittadini sono disorientati.
«Sono indignato di fronte a troppi sedicenti esperti che prefigurano olocausti e tragedie in autunno ma che sono soltanto ignoranti dal punto di vista virologico»
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, insiste sulla necessità di indossare le mascherine e rispettare il distanziamento finché non avremo un vaccino.
«Indicazioni che non sono in contraddizione con quanto affermiamo: il rischio esiste sempre finché l'epidemia non è del tutto spenta. Ma dal punto di vista clinico la manifestazione della malattia non è più grave come prima. Come sappiamo da secoli i virus arrivano e poi tendono a scomparire».
Ma come mai sul Covid 19 esperti dello stesso campo fanno affermazioni opposte?
«Noi guardiamo all'evidenza scientifica: ci sono lavori pubblicati che confermano che il virus ora ha una bassa concentrazione e non è più infettante. Posizione condivisa dalla comunità scientifica internazionale. Francamente in giro ho sentito troppi strafalcioni. Le ipotesi possono essere smentite ma qui abbiamo evidenze scientifiche e studi pubblicati con peer review. Il virus dal punto di vista clinico non dà più casi gravi. Vediamo dosi minori virus e nelle malattie trasmissibili le dosi sono fondamentali».
Chi invita alla prudenza guarda al resto del mondo dove la pandemia dilaga.
«Certo perché è un fenomeno
asincrono. Nell'emisfero australe dove ora il clima è invernale si espande. Ma comunque anche qui vanno evitati gli assembramenti. E se in autunno il virus dovesse ripresentarsi noi saremo comunque più preparati ad affrontarlo».
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