Professor Stefano Bandecchi?
«Non sono professore».
Ma non ha avviato l'Università della Libertà con Berlusconi?
«Sì, da manager, sono il fondatore dell'Università Niccolò Cusano».
Che cosa ha studiato?
«Mi mancavano 4 esami alla laurea in Psicologia, ho fatto il militare e fondato l'università. Ora ho 61 anni e ho preferito restare orfano di laurea invece che laurearmi nella mia università».
Universitas Libertatis è il nome esatto. Un richiamo al passato?
«È una questione giuridica perché tutti coloro che vogliono chiamarsi università ma non sono riconosciuti dallo Stato devono chiamarsi Universitas. Ci sono l'Universitas del prosciutto, della moda...».
Perché non è stata riconosciuta?
«Mai fatto domanda. Tra private e statali ci sono cento università e allo Stato non ne servono altre. Berlusconi poteva chiamarla Scuola di alta formazione politica. L'ha chiamata Universitas perché riprende la sua antica idea di Università della libertà».
Quanti soldi prende dallo Stato?
«Zero. Ma gestisco 1500 stipendi ogni mese per un totale di 4 milioni, quel che io guadagno in un anno».
Come ha conosciuto Berlusconi e perché l'ha scelta come partner?
«La mia università vale due miliardi. Ci siamo conosciuti attraverso Tajani: mi ha chiamato e mi ha passato Berlusconi. Bernini e Tajani gli avevano detto che potevo realizzare il suo sogno».
Quando e che cosa le ha detto Berlusconi?
«A fine novembre mi ha chiesto: puoi farcela?. Voleva che gli dessi del tu, gli ho risposto che mi sentivo in imbarazzo. Mi ha raccontato che era la stessa cosa che lui aveva detto ad Agnelli quando era andato a trovarlo da giovane e Agnelli gli aveva risposto che allora avrebbe dovuto dargli del voi. Dopo questa battuta gli ho dato del tu. Abbiamo iniziato a lavorare a dicembre, abbiamo aperto il 7 marzo».
Ma che diploma si ottiene frequentando l'Universitas Libertatis? È solo on line?
«No, anche in presenza, Covid permettendo, con seminari. Le lezioni sono tutte in piattaforma. L'iscrizione costa 100 euro l'anno e si possono fare tutti i corsi e i master, in collaborazione con l'Università Cusano, legalmente spendibili: per i concorsi pubblici, per un perfezionamento di carriera, per un master di primo livello».
Sul portale si legge «entriamo in un'era nuova, quella del professionismo politico». Berlusconi non era contrario ai politici di professione?
«Abbiamo analizzato ciò che sta succedendo in Italia. Quando lui è entrato in politica serviva una ventata di novità. Oggi le cose sono degenerate e le persone che entrano in politica non hanno basi, alcuni non hanno fatto niente nella vita. Siamo passati dal quinto all'ottavo posto a livello mondiale e stiamo scendendo. Ora serve formazione continua per i politici».
Che ruolo avranno i collaboratori di Berlusconi?
«Faranno lectiones magistrales onorevoli e senatori. Berlusconi ha scritto a tutti per chiedere di parlare sulla piattaforma telematica. Ci sono le officine della libertà: ne avevamo 28 la scorsa settimana, saranno 150 entro 15 giorni. Sono la sezione in cui approfondire temi politici».
Fate come il Pci?
«Anche se Berlusconi smetterà di darmi del tu, stiamo ricreando le Frattocchie, con le nuove tecnologie, un occhio al futuro e uno al passato, ma soprattutto con una scuola liberale, democratica, cristiana, europeista, atlantista».
Democratica e cristiana insieme fanno effetto.
«Per me è un effetto fantastico».
Lei che è presidente della Ternana come farà con i ritiri del Monza a Villa Gernetto?
«Lo manderemo da un'altra parte...».
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