Battisti show: sciopero della fame

Il terrorista: "Isolamento ingiusto". Ira dei familiari delle vittime: "Non credetegli"

Battisti show: sciopero della fame

Cesare Battisti fa lo sciopero della fame contro il regime di isolamento a cui è sottoposto nel carcere di Oristano dal suo arresto a gennaio 2019, ma mentre il magistrato di sorveglianza di Cagliari concede all'ex terrorista lo sconto di pena per buona condotta (tre mesi per ogni anno), i parenti delle vittime insorgono. Quelle proteste da Battisti, ex membro dei Proletari armati per il comunismo, condannato all'ergastolo per quattro omicidi e finito dietro le sbarre dopo 37 anni di latitanza, non le mandano giù. «Spero che nessun politico e che nessun giudice si faccia impietosire da questa mossa, lo conosciamo ormai, fa queste mosse per impietosire, negli anni è riuscito ad ingannare Lula e tanti altri», avverte Maurizio Campagna, fratello di Andrea, poliziotto ucciso a Milano il 19 aprile del 1979, commentando la «lettera dal carcere» dell'ex terrorista, diffusa dal suo legale. Nella missiva, Battisti comunica di aver iniziato uno sciopero della fame e il rifiuto delle terapie, in seguito all'impossibilità di «far valere i miei diritti». Scopo della protesta, spiega l'ex terrorista che chiede anche di rivedere il regime carcerario al quale è sottoposto, è ottenere «il mio trasferimento in una casa di reclusione dove mi siano facilitate le relazioni con i familiari e con le istanze esterne previste dall'ordinamento nonché i rapporti professionali atti al sostentamento e al reinserimento». Altra doglianza è l'isolamento, che secondo il suo legale, Davide Steccanella, doveva durare solo sei mesi e dunque sarebbe dovuto terminare a giugno del 2019.

Ma le lamentele per le condizioni troppo dure della sua carcerazione, come detto, non inteneriscono i familiari. E se Campagna conclude spiegando di essere pronto a fare lui lo sciopero della fame «se qualche politico si farà ingannare», anche Adriano Sabbadin, figlio di Lino, il macellaio ucciso due mesi prima di Campagna nel suo negozio dai Pac (una vendetta, perché Sabbadin in una precedente rapina aveva sparato all'aggressore, uccidendolo), non mostra compassione per l'ex terrorista, e anzi è turbato dallo sconto di pena concesso. «Una notizia assurda. È ora che la smetta. Il nostro ergastolo non è ancora finito, lui ha appena cominciato e già esce?», attacca Sabbadin. «Abbiamo messo in conto che prima o poi sarebbe tornato libero prosegue - ma non così presto. È ora di smetterla. Lui deve scontare la sua pena. Punto e basta». Ovviamente, lo sconto di pena farà uscire Battisti dal carcere prima del tempo, riducendo al massimo di un quarto la sua condanna, ma la sua scarcerazione non è ancora imminente, anche se tra qualche anno potrà chiedere permessi e misure alternative.

Un punto che non convince il senatore azzurro Maurizio Gasparri, «non commosso» dallo sciopero della fame e preoccupato all'idea che «qualche magistrato di sorveglianza sia generoso con lui», spiega Gasparri, ricordando la terza evasione di Johnny lo zingaro resa possibile proprio grazie a un permesso. La concessione della riduzione di pena innesca anche il commento, durissimo, di Matteo Salvini. «Questo vigliacco assassino si è goduto 37 anni di latitanza, ho contribuito ad assicurarlo alle patrie galere quando ero ministro e adesso gli diamo lo sconto di pena per buona condotta? Questa non è giustizia, è un insulto alla memoria delle vittime, alle loro famiglie e a tutti gli italiani», ha scritto sulla sua pagina Facebook il leader del Carroccio. Anche la leader Fdi Giorgia Meloni non gradisce né la protesta né le concessioni.

«Il terrorista e pluriomicida Cesare Battisti è stato abituato a credere che non avrebbe mai scontato la sua pena e che, nonostante i crimini commessi, avrebbe trascorso il resto della sua vita dell'impunità e tra le coccole dell'internazionale radical chic che per tanto tempo lo ha protetto», attacca sui suoi social l'esponente sovranista, concludendo: «Mi auguro che lo Stato non si pieghi alle richieste di questo criminale e che la stagione dei privilegi e dell'impunità riservata a Battisti sia finita una volta per tutte».

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