Benzinai in sciopero contro il governo. Giorgia rivendica la stretta anti-furbi. "Giusto fare ordine"

Da oggi alle 19 sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade i distributori di carburanti, inclusi i self service, saranno chiusi per lo sciopero di due giorni indetto da Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa-Confcommercio

Benzinai in sciopero contro il governo. Giorgia rivendica la stretta anti-furbi. "Giusto fare ordine"

Da oggi alle 19 sulla rete ordinaria e dalle 22 sulle autostrade i distributori di carburanti, inclusi i self service, saranno chiusi per lo sciopero di due giorni indetto da Faib-Confesercenti, Fegica e Figisc-Anisa-Confcommercio. Le tre organizzazioni rappresentano oltre il 70% dei 22.654 impianti, ma sulla rete autostradale resteranno aperti alcuni impianti (uno ogni 100 chilometri) in modalità self così come non chiuderanno le stazioni gestite direttamente dalle compagnie petrolifere (circa il 10% del totale).

«Il governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di «trasparenza» e «zone d'ombra» solo per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, sottintendendo speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono», sostengono i tre sindacati ribadendo che «ristabilire la verità dei fatti è prioritario, per aprire finalmente il confronto di merito» con il ministro delle Imprese Urso.

«Non c'è alcuna volontà di colpire la categoria dei benzinai che abbiamo convocato già due volte ma solo la necessità di fare ordine per evitare comportamenti sbagliati», ha assicurato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri ad Algeri. «Non potevamo tornare indietro rispetto ad un provvedimento» sulla trasparenza per i gestori di impianti di benzina «che ritengo giusto», ha aggiunto.

Nella maggioranza, però, c'è chi ritiene che si sarebbe potuto fare qualcosa in più, soprattutto sul versante del contestato decreto Trasparenza. «In tutte le vertenze ci sono margini di manovra. Per questo spero che le rappresentanze dei benzinai siano convocate al più presto dal ministro Urso. C'è tempo fino a domattina (stamattina; ndr), si tenti fino all'ultimo di scongiurare lo sciopero», ha dichiarato il responsabile del dipartimento Energia di Forza Italia Luca Squeri. «Il decreto varato dall'esecutivo ha degli obiettivi condivisibili, ma alcuni aspetti sono migliorabili e personalmente, credo sia necessario riorganizzare il metodo delle sanzioni, affinché semplici dimenticanze non si traducano in mille euro di multa», ha proseguito.

Ma gli esercenti chiedono altro. Le associazioni dei benzinai domandano che il prezzo medio venga comunicato via web - e non tramite un cartello da esporre nei distributori - ed un riordino complessivo del settore per frenare quelle che definiscono le infiltrazioni della «criminalità». Stasera le pompe di benzina aderenti alla mobilitazione esporranno due manifesti uno dei quali avvisa dello sciopero per protestare contro quella che definiscono «la vergognosa campagna diffamatoria nei confronti della categoria che è stata coperta di fango a seguito degli aumenti decisi dal governo; per ricordare a tutti che le politiche di prezzo al pubblico non sono imputabili ai gestori, il cui margine medio di guadagno (3 cent/litro) rimane invariato a prescindere dal prezzo finale al consumatore» e «per dire no ai nuovi, inutili, obblighi di legge a carico dei gestori, che già da anni operano in completa trasparenza; per impedire che il prezzo dei carburanti torni a salire».

Le associazioni dei consumatori, però, sono sul piede di guerra Il Codacons ha presentato un esposto alla magistratura «Se lo

sciopero sarà confermato, i prefetti di tutta Italia devono intervenire per precettare i benzinai e costringere i distributori a rimanere aperti», ha reso noto Assoutenti rivolgendo un appello anche al Garante per gli scioperi.

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