Un fiume di persone sull'Unter den Linden. Le immagini che sono arrivate da Berlino ieri pomeriggio hanno raccontato di una protesta gigantesca, impressionante contro l'alleanza tra Cdu e AfD sul giro di vite contro gli immigrati che potrebbe legittimare politicamente la formazione di estrema destra. Come sempre in questo caso i numeri forniti dagli organizzatori della Compact (250mila) sono molto più alti di quelli obliterati dalla questura (160mila). Ma anche se fosse vera la stima più prudente si tratterebbe di un successo superior alle aspettative visto che alla vigilia della manifestazione erano attese «oltre 20mila persone».
Tanta gente a dare voce alla «rivolta delle persone perbene», al «Brandmauer», il «muro di protezione» contro l'estrema destra. Tanti a marciare in direzione della Konrad Adenauer Haus, sede della Cdu, dove oggi il leader del partito conservatore Friedrich Merz presenterà il suo programma in vista delle elezioni che si svolgeranno tra tre settimane. Tra gli interventi quello di Michel Friedman, giurista e filosofo ebreo che dopo quarant'anni ha detto addio alla Cdu in segno di protesta proprio contro le aperture all'AfD, l'attivista Luisa Neubauer, la scrittrice Carolin Emcke, l'ex presidente della Chiesa evangelica tedesca Heinrich Bedford-Strohm e Serpil Unvar, voce dell'Iniziativa di Hanau, organizzazione nata per commemorare le vittime dell'attentato del 19 febbraio 2020, quando un uomo che soffriva di paranoia a sfondo razzista uccise nove persone di origine straniera, prima di uccidersi. «Mi manca addirittura Angela Merkel, ma noi abbiamo il potere di cambiare le cose», ha detto la madre di una delle vittime.
Naturalmente sullo sfondo ci sono le elezioni del prossimo 23 gennaio, ma come questa volta incerte e fatidiche. L'ultimo sondaggio commissionato dalla Bild registra lo stallo della Cdu, comunque in testa con il 30 per cento dei consensi, mentre l'AfD guadagna un punto, arrivando al 22 per cento e anche l'Spd del cancelliere Olaf Scholz, che governa con il sostegno dei Verdi, si issa al 17 per cento, Gli stessi Verdi sono fermi al 12 per cento, mentre la formazione di sinistra Bsw raccoglie un 6 per cento (in calo) e il liberali della Fdp sono dati al 4 per cento.
Numeri che certamente registrano uno scarso consenso per il governo Scholz, ma che non delineano un'alternativa chiara. L'atteggiamento di Merz è ambiguo: da un lato sembra farsi ingolosire da una possibile alleanza post-voto con il partito euroscettico e popolista di Alice Weidel, finora considerato «ingiocabile» nel sistema politico tedesco, dall'altro sembra attendista. E in questa chiave vanno anche le manifestazioni di fair play di ieri per i manifestanti: «Ci impegneremo con i manifestanti pacifici. Parliamo con gli oppositori politici.
Teniamo discussioni nella sessione plenaria del Bundestag tedesco». Mentre «Robert Habeck, vicecancelliere dei Verdi, non le manda a dire: «Chi può votare per una persona che ha tradito la parola due volte? Friedrich Merz sia squalificato come cancelliere».
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