Berlusconi affonda De Luca. "Sistema di potere sovietico"

Il Cavaliere attacca il governatore campano e assicura. "Il suo è un regime, verrò a Napoli a sostenere Caldoro"

Berlusconi affonda De Luca. "Sistema di potere sovietico"

Quella in Campania è la battaglia centrale, per Silvio Berlusconi e Forza Italia. In corsa c'è l'unico candidato governatore azzurro nelle Regionali del 20 e 21 settembre, Stefano Caldoro e soprattutto c'è la probabilità di una forte affermazione del partito nel centrodestra.

«Dobbiamo confermarci come primo partito della coalizione in Campania - raccomanda il leader, collegato telefonicamente con Napoli per un'iniziativa a sostegno del candidato alla presidenza della Regione -. Per questo dobbiamo dare risalto ai valori cristiani, liberali, garantisti ed europeisti che sono il fondamento di Forza Italia».

Il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera domenica stimava un successo azzurro al 14%, come alle Europee, con Fdi al 10,2% (quasi il doppio di Europee e ultime Regionali), la lista Caldoro presidente con il 4,1% e un crollo della Lega al 3,3% (alle Europee fu il partito più votato con il 19,2%), che sarebbe tutto a vantaggio di Fi, ma viene fortemente contestato da Matteo Salvini ed in effetti sembra eccessivo. Per Caldoro, però, la competizione sarebbe tutta in salita se Vincenzo De Luca avesse davvero oltre 21 punti di vantaggio, cioè il 50,4% contro il suo 29% e il 15,8% di Valeria Ciarambino del M5s.

Ma si sa che la partita si gioca molto sulle ultime settimane e il Cavaliere si prepara a scendere a Napoli, probabilmente per la chiusura della campagna elettorale. «Prometto di venire tra pochi giorni in Campania - assicura- per sostenere Caldoro. Considero Napoli la mia città del cuore. Ogni volta che sono venuto mi avete commosso con il vostro entusiasmo e la vostra simpatia». Per Antonio Tajani, d'altronde, Berlusconi è «un napoletano con accento milanese».

Ieri il vicepresidente di Fi era nell'hotel partenopeo al fianco del candidato governatore, insieme al coordinatore regionale Domenico De Siano. Mancava uno dei volti azzurri più popolari nella regione, Mara Carfagna. Dopo le ultime polemiche interne, ai suoi avrebbe detto un po' amareggiata di non essere stata invitata. Ma la vicepresidente della Camera, che ha dato la sua disponibilità al partito, conta di essere presto nella sua Salerno per un evento a sostegno dei candidati locali, malgrado la pancia di 8 mesi.

L'attacco di Berlusconi a De Luca batte sulla sua azione clientelare e spettacolare per catturare consenso, sfruttando anche l'emergenza Coronavirus e sul suo radicamento ideologico post comunista. «Ha saputo - dice l'ex premier - costruire se stesso come personaggio televisivo e in questo è stato abile, gliene dobbiamo dare atto, ma governare è un'altra cosa. La politica non è spettacolo e smette di essere divertente quando nasconde i problemi. È un confronto tra due culture politiche radicalmente alternative: noi siamo i liberali, loro sono gli eredi dei comunisti, che hanno cambiato le parole d'ordine ma non i metodi di governo». Il Cavaliere sottolinea che se la gestione dell'emergenza Covid «è stata la bandiera di De Luca, oggi questa bandiera è ammainata perché la Campania è, con i dati di ieri(domenica, ndr), la Regione d'Italia con maggior numero di contagi». Insomma, il bluff dello sceriffo col lanciafiamme che ha fatto breccia anche all'estero si è scoperto alla prova dei fatti. «Questa - insiste Berlusconi - è la differenza tra proclami e realtà, tra la verità di regime e la verità dei numeri». Per il leader azzurro «il sistema di potere di De Luca, che è nato e cresciuto nel Pci, somiglia sempre più a quello tipico del blocco ex sovietico».

In Campania, dove secondo i sondaggi il Pd rimarrebbe primo partito, Fi conta sulle divisioni della maggioranza tra dem e 5Stelle e punta a mantenere il primato nel centrodestra, dove Giorgia Meloni è in forte crescita ma difficilmente potrà migliorare il

risultato e Matteo Salvini sarebbe in crisi di consensi.

Sempre ieri il Cav ha recuperato, con una lunga telefonata, l'imprenditore veneto Simone Furlan, che si era allontanato, nominandolo membro del Comitato di presidenza.

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